Un mio caro amico mi ha adescato quaggiù, con la promessa di spiagge bianche praticamente deserte, acque cristalline e buon vento per spingere la mia vela.
Tutto vero. Praticamente qui in Puglia sembra di essere ai Caraibi, ma mica solo per il mare. A pochi passi dalla spiaggia, in un bar ristorante all’aperto dai colori vagamente tropicali, due furbacchioni del posto hanno installato una calamita alla quale non è possibile sfuggire: 5 (avete letto bene: ben cinque) splendide, luminose, sorridenti, ragazze brasiliane servono ai tavoli alternandosi tra loro tra un samba, una lambada e anche qualche passo di salsa vestite di quel poco che basta a farti uscire pazzo.
I tre volponi dei gestori, dopo uno dei loro viaggi in Brasile hanno pensato bene di trasformare un invito turistico in questa specie di attività stagionale. Di fatto, dal 15 giugno ai primi di settembre, le cinque ragazze stanziano qui. Quel bastardo del mio amico che sapeva già tutto e conosce la mia follia tutta orientata a sud-ovest si è guardato bene dal dirmelo naturalmente.
Le fanciulle sono simpatiche, gentili e dolcissime ma naturalmente inavvicinabili. I tre bastardi pugliesi le hanno addestrate (leggi pure obbligate) a stare alla larga da qualunque tipo di contatto se non strettamente professionale e legato alla ristorazione. Da quello che ho capito due dei tre proprietari hanno una specie di relazione con due delle ragazze, tra l’altro le meno prorompenti, mentre le altre tre sono purtroppo alla mercè di quell’orco del cuoco e di un paio di camerieri.
Le ragazze sono naturalemnte belle e hanno il fascino latino che non devo stare a spiegarvi…
Credetemi sulla parola se vi dico che è una tortura che raggiunge il suo apice il fine settimana.
Il venerdì e sabato sera il ristorante si trasforma in discoteca e vederle muovere è roba da ictus.
Ho fatto di tutto per poterle avvicinare, cercando un minimo di complicità nella serata musicale ho provato ad invitarle a fare un ballo, e malgrado accettino volentieri, un attimo dopo vengono richiamate a brutto muso dai tre rospi. Occhi bassi, le brasiliane tornano a servire.
Sono combattuto tra due sentimenti antitetici: l’ammirazione e l’odio.
Ammiro il fatto che questi tipi abbiano saputo inventare (illegalemente se vogliamo proprio dirla tutta) una attività persino redditizia per giustificare una loro comprensibile passione.
Odio però il loro atteggiamento antipatico da padroni. Le richiamano continuamente all’ordine come se fossero le loro schiave e questo visto dal di fuori è brutto. Il fatto che le abbiano invitate in Italia non li giustifica, visto che le ragazze lavorano dalle 10 di mattina alle 2 di notte.
Da quello che so invitare qui una ragazza brasiliana non è complicato come con le cubane. Biglietto aereo (rimborsato lavorando al ristorante da quello che mi ha detto una di loro), lettera di invito ed il gioco è fatto. Tra l'altro le ragazze lavorano e si danno da fare e non le vedo stare a fare gli occhi dolci al primo che capita.
Mah…forse non ci dovevo venire qui, maledizione.
Forse ho peccato gravemente : in pensieri, parole, opere o omissioni. Ed è sicuramente per questo motivo che ho meritato questa pena atroce. Ma il fatto è che ora mi ritrovo qui , dove anche un peccatore come me meriterebbe l’illusione effimera di una vacanza all’insegna del mare e del necessario relax, dopo un anno di lavoro e sacrifici. E invece mi sono ritrovato in Puglia a guardare Bahia da dietro ad un vetro antiproiettile. Che tortura!
(Al mio rientro vi prometto di pubblicare qualche immagine del carcere…)