Camera di Monica

Il letto è sul fondo, accanto alla porta finestra. Sul fianco, un comodino con due cassetti. A destra, il guardaroba, a sinistra una scrivania-scrittoio con 3 cassetti. Accanto alla porta, un comò con 3 cassetti. Il pavimento è in parquet.

[Modificato da Carlo Maria 30/01/2003 16.45]

Entrò e si sedette lentamente sul letto. Era finalmente sola, libera. Si distese, la testa adagiata sul braccio, una stanchezza crescente, invadente.
Era successo. Non sembrava reale, fino al giorno prima non sembrava possibile... eppure era successo!
Quando si sarebbe abituata all'idea? Cosa ne sarebbe stato della sua vita?
Le domande svanirono con la lucidità e Monica si ritrovò per qualche minuto in uno stato di torpore e semi incoscienza, cui non oppose resistenza.
Poi, d'un tratto, la sua mente riprese a funzionare e le offrì con improvvisa chiarezza il quadro della situazione. Fu come uno schiaffo. Monica si alzò a sedere di scatto e tormentandosi le mani iniziò a rimuginare.
Fissando la porta si ripeteva una cantilena.

Dopo quel che è successo potrei essere in pericolo.
Dovrei avere qualcuno che mi protegge... ma in questa casa non posso fidarmi quasi di nessuno, tranne le zie. E sono solo due donne... non possono aiutarmi...
Se solo ci fosse...

Raggiunse con uno scatto la porta e la chiuse a chiave. Poi si avvicinò al cassetto della cancelleria e ne estrasse un tagliacarte. Lo mise in tasca, per sentirsi più sicura. E invece non ottenne altro che di sentirsi più agitata.

Non dovrei stare sola. Di chi posso fidarmi? Chi può difendermi dai veleni di questa casa maledetta? Non la servitù, nella sua indifferenza, nè mio cugino, che ha sempre altro a cui pensare... nè la mia povera zia. Eppure... ci sarebbe...
Se solo quel Joe non fosse così insopportabilmente rozzo! Se mi avvicinassi a lui mi infastidirebbe come al solito... e pensare che sono certa che è solo un giovanotto superficiale e gaudente, che non farebbe male ad una mosca.
Mah... sono certa che stanotte non riuscirò a chiudere occhio.

Sentendo bussare alla porta sobbalzò e sentì il cuore accelerare.
Si avvicinò alla soglia con circospezione, poi aprì.

Oh povera cara, come ti devi essere sentita!
Vieni qui piccola mia, lascia che ti abbracci... spero di non averti disturbata, ma non potevo assolutamente ritirarmi senza prima essermi assicurata che tu stessi bene.
Di sotto sembra che tutti si diano un gran daffare, ma in realtà stanno combinando poco o niente: nessuno ha pensato a come devi avere sofferto tu in questo momento terribile.

E' estremamente inquietante pensare che qui tra noi, in questa casa, ci sia un assassino... ancora peggio il pensiero che saremo costrette a conviverci almeno per i prossimi due giorni!
Monica cara, ho paura ma ancora di più ne ho per te, ma non preoccuparti, in qualunque momento puoi sempre contare su di me, non permetterò che qualcuno ti faccia del male!
Dobbiamo stare attente e guardarci dagli altri. L'unico su cui non ho dubbi è quel tontolone di mio figlio Nicholas (e zia Helene naturalmente!), ma dobbiamo stare attente attentissime!
Mi prometti che per qualunque cosa ti confiderai con me? Monica cara sono tanto in apprensione...

Credo che ora farebbe bene ad entrambe un po' di riposo: chiuditi bene a chiave mi raccomando, ma di qualunque cosa tu abbia bisogno non esitare a chiamarmi e non ti preoccupare se mi dovessi svegliare!

Mi prometti che sarai prudente, bambina mia?

[Modificato da Cleofel 06/02/2003 13.22]

Va bene zia, staremo vicine il più possibile...
anch'io sono impaurita e... scossa.

Non riuscì a dire disperata. Non era così che si sentiva. Al contrario confusa, dopo il momento di increduilità ed incoscienza iniziale.
Guardò il volto di sua zia e si pentì per aver desiderato soltanto stare da sola, ed evitare tutti.

Zia... tu credi che...
... tu credi che qualcuno voglia farmi del male adesso?

Non ti preoccupare tesoro, chi potrebbe voler fare del male ad una persona dolce come te?
Cerca di dormire ora e almeno per qualche ora non pensare a nulla. Mi riterò in camea anch'io, ma ricordati che puoi contare su di me in qualunque momento.

Diede quindi un bacio sulla fronte a Monica e uscì dalla stanza.

Povera zia - pensava tra sè.
Mi consola. Se solo sapesse cosa c'è nella mia mente, quanti abissi, quanto nero, quanto rancore...

Raggiunse il letto e sdraiandosi appoggiò la testa sul cuscino, vestita.

Nessuno mi conosce. Nessuno sa chi sono.Forse è meglio così.

Un urlo.
Aveva sentito un lungo e acuto urlo agghiacciante.
Sapeva che non era un sogno. Forse nemmeno una sorpresa.
Con una sorta di rassegnazione si trovò a raggiungere ed aprire meccanicamente la porta, e poi ad uscire nel corridoio.

[Modificato da koala3 07/02/2003 0.42]

Entrò veloce, come se fosse inseguita. Prese dalla propria borsetta una confezione di calmanti (di cui era solita far uso).
Infine uscì.

ALICIA DUFRESNE

"perchè non ci ho pensato prima...da qlc tempo mi ero accorta che il terzo listello del parquet scricchiola,evitavo apposta di passarci sopra perchè mi infastidiva..e se invece nascondesse qls???"

si chinò sul pavimento e inserì il ferretto nella terza lista del parquet

ALICIA DUFRESNE

il listello cedette subito,in realtà non nascondeva niente era solo staccato dal passare degli anni,tuttavia proprio per qst si ruppe male,scheggiandosi e una spina di legno penetrò nel palmo della mano di alicia.
"puttana troia"esclamò alicia tenendosi la mano e rendendosi conto di non aver proprio urlato,tuttavia nella casa eisteva una forte eco che poteva aver fatto sentire la sua imprecazione anche al piano di sotto.
si rialzò velocemente,rimise il listello a incastro nel suo posto, corse fuori dalla stanza tirandosi dietro la porta.

[Modificato da crimilde 05/03/2003 10.17]

[Modificato da crimilde 05/03/2003 10.32]

Helene Hammond

Entrò nella stanza ed accese la luce.
Trasse un sospiro di sollievo nell'appurare che Monica non era in stanza: aveva temuto che il sangue fosse il suo. Fece un passo in avanti, poi osservò per terra di fronte a sè e vide che anche sul pavimento erano presenti piccole macchie di sangue. "Devono essere di Alicia, la voce era la sua, ne sono certa". Decise di uscire nuovamente in corridoio.

ALICIA DUFRESNE

posò la mano sulla maniglia e si accorse che non era chiusa," strano,mi sembrava di averla richiusa,ma forse con la mano ferita non ce l'ho fatta, pensò."

entrò nella stanza e lasciò socchiusa la porta perchè harold potesse entrare.

"maledizione, ci vorrà tempo per frugare in qst cassetti,comincerò da quelli dello scrittoio,poi mi aiuterà harold" si disse alicia

[Modificato da crimilde 06/04/2003 17.34]

Immediatamente dietro Alicia penetra nella stanza, iniziando a frugare scrupolosamente e con metodo, badando comunque a non mettere disordine tra le cose di Monica.
Prima il comodino, poi il comò, poi il guardaroba.

[Modificato da Fog 06/04/2003 0.24]

Commentando il "bottino" della loro ricerca

Mmmm... è decisamente meno di quello che speravo di trovare in questa stanza... ma quella ragazza deve essere più sveglia e determinata di quel che sembri... usciamo di qui... andiamo da qualche parte dove si possa parlare liberamente... vediamo... in salotto...

Si... ti aspetto in salotto... non perdiamo altro tempo qui...

Senza aggiungere altro, esce dalla stanza

[Modificato da Fog 07/04/2003 23.32]