il pd si ricompatta (?)

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DarkWalker
00lunedì 24 maggio 2010 14:36
www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=103089&sez=HOME_INITALIA
ROMA (22 maggio) - «Non venite a dirmi i problemi che abbiamo, che li conosco ma aiutatemi a risolverli. Sentitevi tutti un po' segretari». È l'invito che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, nella relazione di chiusura dell'assemblea, rivolge ai mille dirigenti riuniti alla Fiera di Roma per spronare tutti a mettersi al lavoro per superare le difficoltà del Pd.

Soddisfatto dell'andamento dell'assemblea Bersani si è detto convinto che «se continuiamo a rimestare i nostri problemi non ne usciremo mai. Il mio non è un modo per rimuoverli ma dobbiamo darci il passo perché i nostri problemi che non ignoro non si risolvono con la bacchetta magica ma con il lavoro.

Per costruire l'alternativa al governo Berlusconi è però necessario mettere da parte le polemiche inutili: «Lasciamo stare le punzecchiature l'uno con l'altro. Sento dire che c'è gente che si sente esclusa, non coinvolta. Se è così è un problema serio e per risolverlo non servono i “caminetti” ma momenti di discussione politica e programmatica perché io credo ad un progetto veramente unitario nel quale si discute e si trova ciò su cui siamo tutti d'accordo».


«Noi di federalismo siamo quelli che ne sanno più di tutti. Quello della Lega è solo una bandiera messa su». Bersani ha ricordato che sul federalismo «ora siamo al dunque», visto che nei prossimi mesi arriveranno i decreti legislativi di attuazione. «La mia idea è che noi dobbiamo fare la nostra proposta. Loro si portano da un'altra parte; magari con la bandiera in mano ci portano a dare un'altra botta agli enti locali».

Parla di unità Dario Franceschini, leader della minoranza: «Ho letto sui giornali la parola tregua. Qui non c'è alcuna guerra o battaglia. Ai giornalisti dico: il Pd è unito, è un partito che discute, deve individuare insieme la strada e poi tutti la sostengono. Non dobbiamo regalare a Berlusconi e Tremonti le nostre divisioni».

Veltroni oggi non era presente per un impegno a Monterotondo. Parla un suo fedelissimo dal palco, Giorgio Tonini: «Oggi non è il momento della corsa per la leadership. Quando verrà il momento saranno i fatti e la politica a dirci quello che dobbiamo fare». Per ora, i veltroniani si limitano ad apprezzare lo sforzo di Bersani e a non metterne in discussione la leadership: «È stato compiuto qualche passo avanti. Come ha detto Gentiloni -osserva Verini- sul tavolo ci sono problemi, ma abbiamo una buona base perchè il Pd con maggiore coraggio riformista parli al Paese».

All'assemblea interviene anche Massimo D'Alema che dà atto a Franceschini di aver pronunciato parole «importanti» che consentono di «aprire una fase nuova». Le rivendicazioni, dice D'Alema, vanno lasciate da parte piuttosto va imboccato un cammino che porti a un ricambio generazionale: «Dobbiamo puntare su una nuova generazione».

Anche Beppe Fioroni mette la parola “fine”, per il momento, al tormentone su possibili fuoriscite di ex-popolari: »Noi non ce ne andiamo«, scandisce. »Non ne possiamo più di sentirci dire che ce ne vogliamo andare. Noi restiamo, questa è casa nostra«. Ma, avverte, è bene che il richiamo all'unità fatto ieri da Bersani si traduca in fatto concreto: »Bersani ha detto che il partito non è della maggioranza, nessuno si senta escluso. Bene, ma è necessario non solo predicare bene, ma anche evitare di razzolare male. Bisogna passare dalle parole ai fatti. Vale per tutti noi, il Pd è patrimonio di tutti ma viene danneggiato da paure, arroccamenti e arroganza».

Assemblea approva documenti: area Marino si astiene su lavoro. L'assemblea del Pd ha approvato i documenti sulle proposte programmatiche (lavoro,riforme istituzionali, giustizia, green economy, università, Europa) che ora passeranno al dibattito tra gli iscritti. Il testo sul lavoro è stato approvato con 100 voti a favore e 42 astenuti, che appartengono all'area di Ignazio Marino, per la quale è necessario un referendum tra gli iscritti. Anche il senatore Pietro Ichino, critico verso il testo, si è astenuto.

e questo invece da affari italiani, un giornale che mi sembra molto pettegolo e schierato a destra, che però nell'occasione entra un di più nei contenuti e prese di posizione

Ecco come il Pd si è ricompattato. Nasce l'asse Franceschini-D'Alema
Lunedí 24.05.2010 07:25

"Non regaliamo a Berlusconi e a Tremonti le nostre divisioni", dice Dario Franceschini. Forse sta qui la svolta della due giorni di assemblea del PD. "La necessità dell'unità del partito non vuol dire mancanza di confronto e discussione. Ma nel Pd tra il silenzio e la litigiosità c'è uno spazio di discussione e di confronto con parole di lealtà". Era cominciata tesa la due giorni; accuse alla minoranza di voler danneggiare l’evento, soprattutto scontro Bindi/Fioroni su questo, e accuse in genere a chi aveva sollevato critiche, anche al sottoscritto che aveva dichiarato che avrebbe votato sì al federalismo demaniale. Ma è finita molto bene, con un’ovazione per Bersani quando esalta il lavoro degli insegnanti vessati e abbandonati dalla Gelmini. Con un’espressione un po’ fortina magari, ma efficace.

Il PD è unito. Mi dispiace per gli avversari che contavano sulla nostra debolezza e per le mail che sicuramente arriveranno sostenendo che i comunisti son sempre uguali, che Prodi rubava, che D’Alema regna ancora, che Veltroni doveva andare in Africa etc etc...

Mi dispiace, questa volta ci siamo uniti sui contenuti, e non sulle parole, questa volta abbiamo fatto tesoro degli errori del passato e soprattutto, abbiamo misurato fino in fondo la crisi drammatica che attraversa il Paese e anche l’Europa, la crisi di speranza che un futuro ci sia, e abbiamo compreso il nostro ruolo, quello di un grande partito, che deve mostrare la responsabilità di tenere unito il paese di fronte a chi lo vorrebbe dividere, che dovrà tenere il paese calmo se la manovra sarà come temiamo pesantissima nelle tasche delle classi medio/basse.

Colpisce molto il D'Alema che definisce le parole di Franceschini "importanti", e ha invitato a superare la dialettica tra maggioranza e minoranza, che ha un senso solo durante il Congresso". Veramente raro che D’Alema conceda parole di elogio ad un avversario seppur interno. Qualcosa sta cambiando.
Colpisce il Veltroni che dice: “La relazione di Pier Luigi Bersani all'assemblea nazionale del Pd rappresenta "una buona base di discussione" "Ho condiviso in particolare la prima parte, sulla questione morale e sulla lotta alla corruzione". Positivi anche i passaggi "sulla Rai e sull'immigrazione". Ci siamo accordati su contenuti importanti mi soffermerò su due di questi.

Giustizia. Il programma per la giustizia si chiama "Costituzione repubblicana". L'obiettivo consiste nella piena attuazione del modello di giurisdizione e del sistema di garanzie contenuti nella nostra Carta fondamentale. Il Pd ha sottolineato alcune "emergenze" da affrontare al più presto. ??Le cause civili attualmente pendenti sono infatti più di 5 milioni (con una crescita media annua del 7,5 per cento). "Per avere giustizia oggi un cittadino deve attendere anche fino a sette anni e mezzo - spiega Bersani - e, una volta giunta la sentenza, questa risulta spesso priva di qualsiasi effetto positivo per chi intendeva far valere un proprio diritto. Il Pd vuole unificare e semplificare i riti processuali". ??

Il Pd propone una revisione della geografia giudiziaria e delle dimensioni degli uffici giudiziari. Per fare ciò sarà necessario individuare una rete omogenea di tribunali ordinari secondo criteri obiettivi di prossimità di tipo socioeconomico e territoriale, con particolare attenzione alle zone di forte criminalità organizzata, a quelle con intensa densità abitativa e ove vi sia una rilevante domanda di giustizia.??
Sulle carceri c'è poi la proposta di ampliare la tipologia delle misure alternative alla pena detentiva in favore di quelle supportate da progetti volti al reinserimento sociale, fondati su attività di giustizia riparativa a favore delle vittime dei reati o da programmi di istruzione, di formazione professionale e di inserimento lavorativo. ??Il Pd propone anche di semplificare il regime delle notifiche, neutralizzare gli effetti di tutte le disposizioni che si risolvono in una dilatazione dei tempi del processo. L'idea è di ampliare l'utilizzo della polizia giudiziaria territorialmente competente in sostituzione degli ufficiali giudiziari.??L'indipendenza dell'ordine giudiziario. "E' necessario, dopo l'imminente rinnovo, un nuovo intervento del Parlamento affinché il Consiglio superiore della magistratura possa esprimere con pienezza di poteri il suo ruolo di organo costituzionale". Il Pd rilancia la proposta di riforma del sistema elettorale per "attenuare l'influenza delle correnti nelle designazioni dei posti" e propone il tema dell'incandidabilità dei magistrati nelle istituzioni elettive, estendendo alle elezioni regionali ed europee quanto già previsto per le elezioni politiche. Mi permetto di dire che queste non sono quisquilie, sono paletti molto grandi di chi vuole uscire da una generica azione politica di contrasto alle leggi ad personam, e anche uscire da una coincidenza tra azione politica e azione dei giudici, il Pd vuole una magistratura indipendente e forte, ma anche una giustizia al servizio dei cittadini , ed una politica che stia lontana dalle scelte della magistratura.
Università e ricerca. Si parte da un'autocritica: "Le politiche dei governi di centrosinistra non sono esenti da colpe". L'obiettivo del Partito diventa quindi quello di costruire un'università che valorizzi i punti di forza dell'Italia e che sappia connettere il Paese con l'estero attraendo immigrazione qualificata. Propone inoltre di creare un'Agenzia nazionale indipendente per il finanziamento della ricerca pubblica, di ringiovanire la classe docente, eliminare il blocco del turn-over e anticipare la data di pensionamento a 65 anni. Per i ricercatori, invece, si propongono "nuovi concorsi per i primi 6 anni, dotazioni di start-up e riduzione del divario dello stipendio con gli ordinari. Spazi di liberalizzazione dei compensi con incentivi legati alla qualità dell'attività didattica e di ricerca. Contratto unico per i ricercatori in formazione, con diritti sociali, previdenziali ed economici certi".

Il Pd propone un diritto allo studio "mobile", con il potenziamento delle residenze universitarie e i contributi all'affitto per studenti fuorisede; credito di studio universale, opportunità e responsabilità nell'orientamento perché "un liceale deve sapere dove andare per prepararsi al meglio, e uno studente deve sapere che, se andrà fuoricorso, le sue tasse aumenteranno".

Come vedete, anche da questi pochi spunti, così come sono riportati dai giornali, emerge un partito che sceglie di discutere, che prende posizione, che decide anche di rompere con suoi precedenti schemi mentali, che affronta la difficoltà dello scegliere e di fare autocritica. Basterà ? certo che no, questo è solo un’avvio, ma nel mezzo della buriana economica che colpisce tutto il mondo, mentre le persone chiedono certezza, sapere cosa noi pensiamo esattamente sui temi centrali, vuol dire partire con il piede giusto. Soprattutto se nel frattempo si trova di fronte una maggioranza che prima dice che non ci sarà manovra economia e poi ne arriva una da 28/30 miliardi, che prima che non metterà le mani nelle tasche degli italiani e poi annuncia tagli, congelamenti e insomma sacrifici per tutti, che ripropone un "mega-condono" mentre si promette lotta all'evasione fiscale, soprattutto se nella manovra non c'è traccia di incentivi alla crescita nè di risposte ai problemi dell'occupazione. Di fronte a questo, di fronte ad un leader che per la prima volta in 20 anni è costretto ad ammettere la crisi come mai aveva fatto prima, ora, più di prima, noi non possiamo fallire, nessun elettore ce lo permetterebbe. L’Italia è in pericolo, l’Europa è in pericolo, noi sentiamo questo pericolo per il nostro paese, serve un partito forte coraggioso, autocritico e unito, che imbocchi la strada della modernità e dell’innovazione, che faccia opposizione dura, e che sappia collaborare con il governo se la crisi lo richiederà e se la manovra andrà in una direzione auspicabile e giusta. La strada è aperta, il passo è giusto, e noi siamo in cammino.
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