...e comunisti che tifano DiCanio
Comunista e laziale difende Di Canio
Rifondazione lo caccia dal partito
Protagonista della vicenda Antonio Filoni, consigliere comunale a Biella
Si era fatto fotografare a braccio teso con un collega di An di fede biancoceleste
TORINO - E' proprio vero che si possono cambiare donne, amici e convinzioni politiche, ma non la squadra del cuore e davanti ai sentimenti delle fede calcistica la ragione dell'ideologia può ben poco. La conferma arriva da Biella, dove Antonio Filoni, consigliere comunale nelle file di Rifondazione, è stato espulso dal suo partito per non aver condannato con la giusta enfasi il saluto romano di Paolo Di Canio. Prima ancora che comunista, Filoni è infatti laziale e ha preferito difendere le ragioni del suo capitano piuttosto che quelle del suo segretario.
Così, davanti alla crescente polemica per il ripetuto gesto fascista dell'attaccante biancoceleste, il politico biellese non ha saputo rimanere indifferente. Innanzitutto ha preso carta e penna e ha scritto alla stampa locale per difendere Di Canio, colpevole a suo parere solo di un eccesso di goliardia. Poi si è consultato con il collega di Alleanza nazionale in consiglio comunale Davide Zappalà, anche lui di fede laziale (il municipio di Biella sembra essere una succursale della Curva Nord, e anche questa è una notizia) e insieme hanno deciso di posare per una foto nella quale salutano romanamente l'obiettivo.
Anche questa nelle intenzioni di Filoni probabilmente doveva essere una goliardata, ma ha scelto un genere di umorismo che il partito di Bertinotti ha dimostrato di non apprezzare. Giusto il tempo di riunire gli organi disciplinari e dalla direzione locale del Prc è partita la lettera di espulsione.
A chiudere la storia, che ricorda le grottesche vicende di don Camillo e Peppone, è arrivato il roboante commento del deputato biellese di Alleanza Nazionale Sandro Delle Vedove. "La scure della 'giustizia' comunista si è abbattuta sul malcapitato consigliere comunale che, amareggiato, saputo il verdetto ha dichiarato di essere più comunista di quelli che l'hanno cacciato...Il 'politburo' casereccio ha deciso con determinazione stalinista che Filoni doveva essere espulso e così è stato".
(6 gennaio 2006)
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Canto l’uomo che è morto
Non il Dio che è risorto
Canto l’uomo infangato
Non il Dio che è lavato.
Canto l’uomo impazzito
Non il Dio rinsavito
Canto l’uomo ficcato
Dentro il chiodo ed il legno.
L’uomo che è tutta una croce
L’uomo senza più voce
L’uomo intirizzito
L’uomo nudo, straziato
L’uomo seppellito.
Canto la rabbia e l’amore
Dell’uomo che è stato vinto
Canto l’uomo respinto
Non l’uomo vincitore.
Canto l’uomo perduto
L’uomo che chiede aiuto
L’uomo che guarda
Nell’acqua del fiume.
Dove l’acqua conduce
l’uomo che accende una luce
o quello che trova la voce.
Canto l’uomo che è morto
non il Dio che è risorto.
Canto l’uomo salvato
non l’uomo sacrificato.
Canto l’uomo risorto.
Non il Dio che è li’ morto.
Canto l’uomo che è solo
Come una freccia
Nel suolo.
L’uomo che vuole lottare
E che non vuole morire.
Canto Andrea del vento
Ragazzo di Crotone
Che si fa avanti e racconta
La sua vita di cafone.
Anch’io sono partito
Piangevo alla stazione
E poi là nella neve
Dove si poteva sperare.
Non c’era l’onda del mare
Là sono arrivato
Anch’io mi sono fermato.
Canto l’uomo che ascolto
Con la voce distesa sul prato
Canto chi vuole tornare
Non chi vuole fuggire.
Canto Andrea che dice :
« Quella era la mia terra,
Adesso la prendo e la mangio»