eterno ritorno

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Lucifero
00lunedì 3 ottobre 2005 15:31
L'eterno ritorno

L'idea che il tempo abbia una struttura ciclica,in analogia con il periodico ripresentarsi delle stagioni,dei ritmi biologici naturale e delle costellazioni del cielo,rimase sempre patrimonio comune di tutto mondo greco,sia nel periodo mitico,sia in quello filosofico. L'ipotesi moderna di un tempo rettilineo (tempo ciclico\rettileneo) emerse solo con il Cristianesimo.Questa convinzione ebbe fra gli stoici uno sviluppo particolare data la fondamentale dottrina della scuola,ovvero nella assoluta e totale razionalità del mondo. In polemica con con le altre filosofie delle scuole ellenistiche. Gli stoici affermarono che il caso,semplicemente non esiste. Tutto ciò che è ha una ragione per esserci, e nulla si produce in modo fortuito,perchè ogni evento possiede una propria causa ( anche se noi spesso la ignoriamo ) ed è quindi assolutamente necessario. Ogni stato temporale dell'universo è quindi il prodotto inevitabile di quello precedente. Ma se il tempo procede per cicli vitali e se ogni mondo che rinasce dai precedenti è perfettamente razionale,ne consegue che ognuno di questi mondi deve essere identico ai precedenti persino nei minimi particolari,secondo il principio dell'eterno ritorno dell'uguale. Zenone ( Sull'Universo e sull'essere ) così descrisse il grande anno del mondo << Nel corso dei periodi fatali l'universo intero va in fiamme ( ekpyrosi )e quindi si inizia una nuova costituzione mondiale ( Palingenesi ). Tutto termina con un fuoco primordiale,che come un seme ha in sé tutte le ragioni e tutte le cause degli esseri che furono che sono e che saranno.La formazione del nuovo mondo( Apocatastasi ) dalla conflagazione generale della materia si compie quando dal fuoco,attraverso l'aria,avverrà una conversione in acqua,e una parte di questa si depositerà a formare la terra >>.
Dopo la periodica conflagrazione cosmica tutto si rinnova e ricomincia daccapo; in assenza di stati caotici o casuali gli stessi processi fisici conducono alla formazione dello stesso numero di astri nella stessa posizione e nello stesso movimento.Tutto si ripeterà fino ai minimi particolari( nessuno dei quali è insignificante) Eracle dovrà sostenere ancora( infinite volte ) le sue fatiche,un'altro Socrate subirà la stessa condanna,un'altro Gesù Cristo sarà crocifisso. Secondo gli Stoici ( e anche secondo me ),esiste quindi il Destino,ordine prefissato che determina la concatenazione necessaria degli avvenimenti. In questo modo passato e futuro risultano in qualche modo uniti fra loro,giustificando così almeno dal punto di vista teoricole pratiche divinatorie della Magia (divinazione non significa affatto predire il futuro agli altri,ma fare di se stessi un Dio in terra ). Superata dal Cristianesimo,che prevede un tempo unico,finalizzato e tendente a un fine ( non una fine periodica ), la concezione ciclica è tornata nella filosofia del secolo scorso dopo che F.W. Nietzsche ( 1844-1900 ) riprendendo la dottrina magica fece dell'eterno ritorno il cardine della dottrina del Superuomo.

Lucifero il demone Socratico [SM=g27823]

Ciao
Sheridan78
00mercoledì 16 novembre 2005 22:28
A proposito di Nietzsche
Il pensiero dell’eterno ritorno compare per la prima volta nella Gaia scienza (1882), dove è presentato come l’annuncio di un demone:
«Questa vita, come tu ora la vivi e l’hai vissuta, dovrai viverla ancora una volta e ancora innumerevoli volte, e non ci sarà in essa mai niente di nuovo, ma ogni dolore e ogni piacere e ogni pensiero e sospiro, e ogni indicibilmente piccola e grande cosa della tua vita dovrà fare ritorno a te, e tutte nella stessa sequenza e successione - e così pure questo ragno e questo lume di luna tra i rami e così pure questo attimo e io stesso. L’eterna clessidra dell’esistenza viene sempre di nuovo capovolta e tu con essa, granello della polvere
E questo è un frammento ricavato dai quaderni nietzscheani del giugno-luglio 1885:
"E volete sapere cos’è il “mondo” per me? Debbo mostrarvelo nel mio specchio? Questo mondo: una immensità di forza, senza principio, senza fine, una grandezza fissa, ferrea, di forza, che non diviene più grande, e nemmeno più piccola, che non si consuma, ma solamente si trasforma, come totalità immutabilmente della stessa grandezza, un bilancio senza spese e senza perdite, ma anche senza incremento, senza entrate, conchiuso nel “nulla” come dal suo confine, niente di evanescente, di dissipato, di esteso all’infinito, incastonato come una forza ben determinata in uno spazio determinato, e non in uno spazio da qualche parte “vuoto”, bensì come forza per ogni dove, come giuoco di forze e di onde energetiche, uno e “molto” al tempo stesso, che, mentre si accumula da un lato, dall’altro diminuisce, un mare di forze in sé stesse tempestose e fluttuanti, in eterna trasformazione, in eterno ricorso, con anni immani di ritorno, con flusso e riflusso delle sue forme, spingendole violentemente dalla semplicità alla più varia molteplicità, dalla quiete e dalla fissità, e dalla freddezza massime, all’incandescenza, alla sfrenatezza più selvaggia, massima contraddizione, per poi tornare dalla sovrabbondanza alla semplicità, dal giuoco delle contraddizioni, indietro, sino al piacere dell’unisono, in continua affermazione di sé stesso anche in questa identità dei suoi anni orbitali, e benedicente sé stesso come ciò che in eterno non può non ritornare, come un divenire che non conosce sazietà, fastidio, stanchezza – questo mio mondo dionisiaco, in eterna autocreazione, di eterna autodistruzione, questo mondo misterioso di volontà duplici, questo mio “al di là del bene e del male”, senza meta, a meno che nella felicità del circolo non sia una meta; senza volontà, a meno che un anello non abbia la buona volontà di sé stesso – volete voi un nome per questo mondo? Una soluzione per tutti gli enigmi? Una “luce” anche per voi che siete i più nascosti, i più forti, i più intrepidi, i più notturni?
Questo mondo è la volontà di potenza – e niente oltre a ciò
!"

Pensare all' attimo come ripetituro e perciò immortale significa innanzitutto considerare il senso dell' essere intrinseco dell' essere stesso, e non ad esso estraniato, attendendo al lato dionisiaco dell' esistenza, vuol dire poi doversi disporre a vivere la vita come coincidenza di essere e di senso, e di chiuderla in un circolo di felicità.L' uomo occidentale che conosciamo, attanagliato da dubbi esistenziali e convinto della scissione fra essere e senso di esso, non è in grado di concepire tale prospettiva; per lui il tempo è una tensione angosciosa verso un compimento sempre al di là da venire: solo l'oltreuomo può godere della vita come gioco creativo e sensato in sè, per questo la teoria dell' eterno ritorno rappresenta il massimo grado dell' accettazione della vita in sè, ovvero la massima espressione dell'oltreuomo.
Lucifero
00giovedì 17 novembre 2005 13:09
Re: A proposito di Nietzsche

Scritto da: Sheridan78 16/11/2005 22.28
Pensare all' attimo come ripetituro e perciò immortale significa innanzitutto considerare il senso dell' essere intrinseco dell' essere stesso, e non ad esso estraniato, attendendo al lato dionisiaco dell' esistenza, vuol dire poi doversi disporre a vivere la vita come coincidenza di essere e di senso, e di chiuderla in un circolo di felicità.L' uomo occidentale che conosciamo, attanagliato da dubbi esistenziali e convinto della scissione fra essere e senso di esso, non è in grado di concepire tale prospettiva; per lui il tempo è una tensione angosciosa verso un compimento sempre al di là da venire: solo l'oltreuomo può godere della vita come gioco creativo e sensato in sè, per questo la teoria dell' eterno ritorno rappresenta il massimo grado dell' accettazione della vita in sè, ovvero la massima espressione dell'oltreuomo.



Questo vorrebbe solo dire che io debba accettare il fatto di non essere eterosessuale del tutto,ma ad accettare quella parte femminile che non ho mai voluto vivere per colpa del mio " Peccato originale " da dove poi è scaturito il tutto.
Ma pensa un pò... [SM=g27817] L'ho sempre considerato come un mio incidente di percorso. [SM=g27826] quando fu assassinato Pier Paolo Pasolini,ero piccolo ed ero già consapevole di me stesso,perchè mi ero già conosciuto,ma mi sono sentito all'inferno ,quando ascoltavo quelli più grandi di come ne parlavano,così compresi che rivelare una cosa del genere allora si poteva rischiare anche di essere assassinato,per me fu come una doccia fredda.. però mi fece subito capire di come era cattivo questo mondo.
Un pò più grandicello cominciai ad essere attratto dall'esoterismo e dai misteri occulti,ma ero ancora troppo piccolo perchè mi si fossero rivelati i simbolismo che si nascondeva in certi concetti e in certi pentacoli,dovevo diventare un uomo per poterli comprendere e mi dedicai a quello che facevano i ragazzi cosiddetti " Normali " caccia alla f..a

L’energia “amorosa” , generata da una donna , puo’ rendere l’uomo invincibile e da qui la tradizione di una antichissima tecnica di combattimento chiamata appunto “Colpo di fulmine”.
www.acam.it/colpodifulmine.htm

adesso però sono adulto e consapevole,e a dire il vero mi sono veramente incazzato [SM=g27826] quando ho scoperto che anche i grandi personaggi odierni hanno fatto lo stesso quando sono stati iniziati nelle varie logge. mi sono portato il senso di colpa sino a pochi hanni fa,non appena avevo scoperto il loro vero segreto iniziatico, la cosa che adesso mi fa ridere di tanto in tanto è il fatto che questo percorso me lo sono creato da solo prima di reincarnarmi,così dopo questa vita non sarà pìù necessario reincarnarmi e così anche per il resto dell'umanità. Il difficile ora è il fatto di dire ad un'altro del mio stesso sesso di fare l'amore con me senza essere preso a pugni oppure passare per frocio [SM=g27828]

Ciao
AramisXXX
00giovedì 17 novembre 2005 14:08
Re: A proposito di Nietzsche

Scritto da: Sheridan78 16/11/2005 22.28
[...]
Pensare all' attimo come ripetituro e perciò immortale significa innanzitutto considerare il senso dell' essere intrinseco dell' essere stesso, e non ad esso estraniato, attendendo al lato dionisiaco dell' esistenza, vuol dire poi doversi disporre a vivere la vita come coincidenza di essere e di senso, e di chiuderla in un circolo di felicità.L' uomo occidentale che conosciamo, attanagliato da dubbi esistenziali e convinto della scissione fra essere e senso di esso, non è in grado di concepire tale prospettiva; per lui il tempo è una tensione angosciosa verso un compimento sempre al di là da venire: solo l'oltreuomo può godere della vita come gioco creativo e sensato in sè, per questo la teoria dell' eterno ritorno rappresenta il massimo grado dell' accettazione della vita in sè, ovvero la massima espressione dell'oltreuomo.




Un'interpretazione quasi heideggeriana... ma secondo me l'ha spieghato meglio Emanuele Severino:

"nemmeno Heidegger s'avvede che come il divenire delle cose e la creativita' della volonta' di potenza implicano e richiedono necessariamente l'inesistenza di ogni dio immutabile, che soffoca il divenire, cosi' essi implicano necessariamente che il passato non sia una dimensione rispetto a cui la volonta' e' ormai impotente, e che pertanto sia a sua volta immutabile e intoccabile. Nessun immutabile puo' esistere: dunque il passato non puo' sottrarsi alla volonta', ma deve rimanerle assoggettato in eterno; e questo e' possibile se la volonta' rivuole eternamente cio' che essa ha voluto.

[...]

Proprio perche' ogni eterno della tradizione occidentale e' impossibile, proprio per questo il divenire delle cose e' necessariamente ritorno delle cose stesse."


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