Vittorio Veneto

Spoon.sr
00giovedì 24 luglio 2014 15:03
L' ultimo atto di forza o inutile sacrificio?
Salve, spero di aver postato nell'area corretta. [SM=g2467407]
Documentandomi qua e la' ho trovato, da parte di storici autorevoli, opinioni discordanti a riguardo della Battaglia di Vittorio Veneto.

In sintesi c'è chi sostiene che tale evento sia stato l'atto di forza finale,fondamentale, con cui l'Italia ha sconfitto gli A.U. e liberato i territori occupati dal nemico.

Altri sostengono la sua pressochè totale inutilità che ha portato solo al sacrificio di migliaia di soldati Italiani visto che l'esercito A.U. era spaccato, allo sbando ed aveva gia' cominciato autonomamente la ritirata, ma voluto a tutti i costi dai vertici militari.
L'esercito Italiano o meglio quello inglese,senza il quale ciò non sarebbe stato possibile, non ha fatto altro che gettare in confusione questa ritirata che di fatto era gia' iniziata.
L'enfasi che vi è dietro Vittorio Veneto non è altro che l'ennesimo frutto della propaganda del regime fascista a cui servivano fortemente miti ed eroi per far breccia nella mente e nel cuore degli italiani allo scopo di prepararli per la seconda guerra mondiale.

Altri ancora accennano solo a questa battaglia senza neanche commentare.

Voi cosa ne pensate? [SM=g2531196]

mito65
00giovedì 24 luglio 2014 19:45
Re: L' ultimo atto di forza o inutile sacrificio?
Spoon.sr, 24/07/2014 15:03:



Altri sostengono la sua pressochè totale inutilità che ha portato solo al sacrificio di migliaia di soldati Italiani visto che l'esercito A.U. era spaccato, allo sbando ed aveva gia' cominciato autonomamente la ritirata, ma voluto a tutti i costi dai vertici militari.
L'esercito Italiano o meglio quello inglese,senza il quale ciò non sarebbe stato possibile, non ha fatto altro che gettare in confusione questa ritirata che di fatto era gia' iniziata.




Di massacri inutili che posero fine alle guerre credo che la storia ne sia piena, ad iniziare dalle carneficine delle crociate in città ormai espugnate per finire al bombardamento di Dresda, alla battaglia di Berlino o a Hiroshima e Nagasaki; ne è talmente piena da farmi pensare che: o tutti i generali di tutte le epoche furono dei pazzi sanguinari, oppure quelle battaglie tanto inutili non lo furono.
Lo sappiamo oggi che l'esercito AU era ormai allo sbando, ma allora chi poteva dire se avrebbe resistito ancora un giorno, un mese o un anno? E poi, le "inutili" battaglie finali sono state quasi sempre volute dai politici più che dai militari, che avevano bisogno di successi eclatanti da dare in pasto all'opinione pubblica, da sempre durante le guerre avida di sangue nemico ancor più dei militari.
Riguardo al fatto dell'indispensabilità delle due o tre (non mi ricordo) divisioni inglesi a V.V., beh, oltre a Thompson in White War (scritto esclusivamente ad uso e consumo della autocelebrazione dei lettori anglosassoni) non credo che altri autori abbiano mai sostenuto una tale enormità; il contributo vi fu, certamente, ma se hai letto il libro non puoi non aver notato che secondo lui è solo grazie agli inglesi che l'Italia non è stata spazzata via dalla carta geografica!!!
E poi, "l'enfasi" che ci sarebbe dietro a V.V. a mio parere è il giustificato orgoglio di una nazione per una battaglia e una guerra vinta; che il fascismo l'abbia sfruttata per creare il mito dell'eroe è fuor di dubbio, ma lo stesso hanno fatto inglesi, francesi, americani con le loro battaglie, in tutte le guerre... Il fatto che in Italia la forma di governo si chiamasse Fascismo non significa affatto che se avesse avuto un nome diverso non si sarebbe comportata allo stesso modo.

giappy50
00giovedì 24 luglio 2014 20:44
Condivido quanto detto da Mito 65, che ha anticipato alcune mie considerazioni. Il Comando supremo pensava di concludere la guerra nella primavera del 1919; lo stesso pensavano i Comandi alleati. Furono i politici a spingere Diaz all'offensiva subodorando che stessero per farla gli Alleati in Francia (Turchia e Bulgaria erano già praticamente fuori causa) e che quindi l'Italia potesse trovarsi a mal partito al tavolo della pace. La dura lotta sul Grappa nei giorni antecedenti il forzamento del Piave dimostra che l'esercito austroungarico non era ancora in pieno disfacimento e la battaglia in pianura non fu proprio una passeggiata militare. E' vero che fu una Divisione inglese a passare il fiume alle Grave di Papadopoli (affiancata o seguita da una Divisione italiana) ma attribuire ai Tommies il crollo dell'Esercito austroungarico è pura invenzione, per non dire di peggio. Nella sua storia sulla Grande guerra il Martin Gilbert dedica 36 righe alla Battaglia di Vittorio Veneto, di cui 7 (!) agli avvenimenti e 29 a considerazioni degli inglesi;16 righe alla ritirata dal Piave al Tagliamento di cui 12 a esaltare l'opera degli inglesi e degli americani; una riga e mezza all'Armistizio con l'Austria, 13 ai ricordi di un prete e di un ufficiale inglesi. Più spazio viene dedicato alle operazioni in Medio Oriente che impegnarono poche decine di migliaia di soldati su un fronte largamente più secondario di quello italiano. Ciò dimostra dimostra la scarsa considerazione che la storiografia inglese (dato che il Gilbert non è l'unico a esprimersi in questo modo) ha per i non britannici (anche francesi e americani sono trattati i modo riduttivo.
Se è vero che il Fascismo suonò la grancassa per esaltare la Vittoria, ma lo stesso fecero gli Alleati (come ha ricordato Michele), è pure vero che questa incontrava il sentimento nazionale. Ne sono prova le imponenti manifestazioni che accompagnarono nel 1921 (a Fascismo non ancora la potere) il viaggio del Milite Ignoto da Aquileia a Roma, manifestazioni non certo comandate. Questi fatti tendono ad essere dimenticati o sminuiti, ma la loro rilevanza, all'epoca, fu grande e genuina.
Gianpietro
Spoon.sr
00giovedì 24 luglio 2014 21:34
...più o meno ciò che penso anch' io.
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