Trovato in Internet:

il Poeta 1
00lunedì 15 settembre 2008 19:38
Trovato in Internet:
COFFEE PLEASE!! Splinder.com/archivi/2007-05
Domenica 13 Maggio 2007 Fiera del libro al Lingotto TORINO.

Mr. "Pier Della Francesca" vince il titolo di boostik dell’anno. Un cinquantenne solitario che tentava di far breccia nel mio cuore con un’accattivante oratoria sui nomi propri e il loro significato nel corso della vita: “ mi chiamo Pier, detto Francesco, ora che mi hai conosciuto non puoi fare a meno di me, che sono il sale della vita.”… Aiuto!

La perla del padiglione 1 è sicuramente MARY LORY il poeta naif.
Se non siete ancora passati al suo stand recitate quattro avemaria in coreano e poi ricomprate il biglietto d’ingresso.
Mary è l’uomo in argentea coda di cavallo che sta appeso in gigantografia alle pareti dello stand ma è anche l’uomo che vi è seduto di fronte.
Descriverlo sarebbe come togliervi il gusto di conoscerlo dal vivo, quindi davvero andate a cercarlo e ne ricaverete un racconto con cui conquistare le ragazze alle feste erasmus in cui vi imbucate dai tempi dell’università.
dontyna
il Poeta 1
00martedì 16 settembre 2008 09:25
Libreria Bibliofila Marini
LORY MARY (LORENZO PONTIGGIA), Cose vive.
L'Amico Giornale, 1978.

Prima edizione (First Edition). 8vo pp. 120 broch Ottimo (Fine)
Rif.: 53064
€ 15,00
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LORY MARY (LORENZO PONTIGGIA), Dal ventre della terra.
Bergamo, Litostampa Istituto Grafico, 1994.

8vo pp. 96 broch Ottimo (Fine)
Rif.: 77284
€ 15,00
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LORY MARY (LORENZO PONTIGGIA), Vivere.
Bergamo, Litostampa Istituto Grafico, 1995.

8vo pp. 64 broch Ottimo (Fine)
Rif.: 77285
€ 15,00
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ViolaCorsaro
00giovedì 18 settembre 2008 21:21
Sono tutti tuoi libri??? Che bravo che sei, veramente. [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Però ormai la fiera del libro è passata...... [SM=g27829]

Un caro saluto a Mary Lory/Poeta

Violacorsaro
il Poeta 1
00martedì 23 settembre 2008 17:47
...non gridarlo che la mamma ha fatto i gnocchi!
Grazie...


-Dal Menone di Platone, dialogo di Socrate...-
-1 Parte del libro la Riflente-

Voce narrante-
Socrate, adoperando la RIFLENTE (Riflessione Mente), Dono dell’Immanenza dato all’Uomo, dalla Trascendenza del MISTERO, riesce a porsi delle domande e dare le risposte insegnando la scienza della maieutica: arte di usufruire della Riflente, linfa di vita, elevazione di vasi comunicanti insiti nel popolo…

Menone-
Socrate, la virtù è insegnabile?

Socrate-
Il problema è molto complesso essendoci varie forme di virtù.
La prima cosa è definire l’essenza della virtù, la quale differirà in qualcosa per il fatto che la virtù si può trovare in un bambino o in un uomo…
Menone, il ragazzo e il vecchio se sono sregolati possono diventare virtuosi?

MENONE-
No!

SOCRATE-
Ma se sono saggi e giusti?

MENONE-
Sì!
Faccio un esempio di virtù relativa: la virtù del comandante è di comandare, del soldato ubbidire e così via…-.

Socrate-
Ne cercavamo una, invece ce ne sono tante e svariate.
Ci vuole una buona scrematura per trovare quella giusta!

Menone-
La virtù è saper comandare!

Socrate-
Menone son contento che hai compreso che la virtù è una sola!
Mah, la definizione di virtù come comando non sta in piedi, giacché, un servo non potrebbe essere virtuoso, non potendo comandare su altri uomini!


Menone-
Allora la virtù è la capacità di desiderare cose belle, e procurarsele?

2)Socrate-
Sul bello intravedo la grazia, l’emozione, il piacere di vita in luce di virtù per vivere in Armonia, ma come si fa a procurarsi le cose belle, grandi, nel lecito e in Pace con tutti?
Teniamo presente che l’illecito è un’effimera gioia, crea solo incontentabilità, infelicità, tantalismo!

Menone-
D'accordo, la virtù è il desiderio di riuscire a possedere cose anche grandi e belle senza ingiustizia; però la giustizia è già parte della virtù e allora?

Socrate-
Amico, la virtù è adoperare la scienza dell’anima (la Riflente)!
D’altronde la virtù è un bene utile e giovevole per coloro che la esprimono, da non lasciarsi prendere dalle tentazioni di nuocere ad altri per essere in Pace prima con se stessi!

Menone-
D’accordo!

Socrate-
Le cose buone, utili, se utilizzate in modo giusto con ragionevolezza per amor di sapere in Riflente, è virtù!
La Riflente è la madre della virtù, da cui nasce l’evolversi della scienza, d’asserire che la virtù è scienza insegnabile!
Il problema è chi dovrebbe insegnare la scienza della virtù?
Scolari che vogliono apprendere si trovano…
Maestri preparati ad insegnare la virtù, e lo chiedo anche a voi che state ascoltando, ce ne sono?

A dir la verità, oggi come oggi non ne vedo all’orizzonte!

Menone –
Ci sono!
Sono i Sofisti, insegnanti di retorica, che si proclamano maestri di virtù, però alcuni deludono...

Voce narrante-
A questo punto del dialogo entra in scena Anito, che nella realtà storica fu uno dei principali accusatori di Socrate.

Socrate-
Anito, i mestieranti di parole al vento son maestri di virtù?


ANITO-
Socrate, chi son costoro di cui parli?

3)SOCRATE-
Sicuramente sai, son coloro che la gente chiama sofisti.

ANITO-
Per Eracle, non dire parole di malaugurio!
I miei famigliari e amici, cittadini o stranieri non sono matti da farsi rovinare dai sofisti, da gente che prende, ma non dà, che vende solo parole inutili, imbrogliando il prossimo!
Hanno perfino l’ipocrisia di dire che sotto la loro egida i giovani crescono sani, forti, intelligenti, invece li traviano non solo per la pederastia, ma li lasciano ancor più ignoranti da ingraziarsi e ingrassare la casta, inoltre hanno la sfacciataggine di farsi passare per maestri d’eloquenza, e farsi pagare profumatamente (vedi Gorgia).
Sì, ci sono i maestri di virtù, ma non tra le file dei Sofisti!
Ogni cittadino ateniese, probo, onesto e ligio alle leggi, è in grado d’insegnare ai suoi figli la virtù, essendo un cittadino virtuoso!

Socrate-
La risposta d’Anito apparentemente sta in piedi, ma i figli per infiniti motivi sfuggono alle direttive dei genitori, e non essendoci la panacea demandano ad altri, in questo caso ai sofisti, i quali son sempre pronti a dare soluzione al problema irrisolvibile…
Anito, i fatti non ti danno ragione: i grandi Ateniesi non hanno saputo trasmettere la virtù ai figli, esempio, Temistocle, Aristide, Pericle e Tucidide, uomini virtuosi, ma i figli ne combinarono di tutti i colori!
L’unica speranza è nell’esempio d’onestà, capacità, buonsenso e AMORE dei genitori…

Anito–
Socrate, non ti vergogni di parlar male dei grandi cittadini d’Atene…

Socrate-
No!
La verità non fa male!
È il male che fa male!
Anito, svegliati dalla furbizia che c’è in te per interesse!
Un bel tacere è già virtù!
La virtù si conquista accettando la Verità!
I grandi uomini d’Atene son virtuosi per l’opinione e non per scienza di virtù verso i figli!
Solo chi adopera la Riflente, la Madre della scienza, potrà insegnare trasmettendo la conoscenza della virtù, correndo il rischio di non essere ascoltato, ma canzonato, preso per matto, non per folle o per saggio!
Menone, è valida anche la giusta opinione (voce di Popolo, voce di dio).
La giusta opinione è una specie d’ispirazione divina che fa parte del Sesto senso o Riflente, dono dell’Immanenza del MISTERO, con la quale colui che l’adopera, pur inconsapevolmente, guida il popolo, scegliendo la strada migliore per fare giuste scelte favorendo l’evolversi della scienza e della comunicazione!

4)Menone-
Ammetto di non essere capace di definirla in modo corretto, poiché tu Socrate sei una specie di pesce torpedine, e chi ti tocca s’intorpidisce.
Ho fatto molti discorsi sulla virtù e la sua natura, ma alla tua confutazione non so che rispondere, da rimaner ammaliato della tua arte di porre domande e di riflesso fornire le precisazioni.
Inoltre se si trova, ma non conoscendola non è riconosciuta come la soluzione del problema ( Se qualcosa ci fosse non sarebbe conoscibile –Gorgia-).

Socrate-
Menone l’anima è immortale, e quando il corpo che la possiede muore essa va nell’Ade, per ritornare dopo un periodo di tempo in un altro corpo (perché nulla si disperde).
In quel periodo di tempo l’anima conosce il tutto, e quando rientra in un altro corpo non ricorda, però è presente, ma per risvegliare la Riflente in positivo bisogna recuperare Abele, allontanando la riflessione speculativa, madre della casta che foraggia i sofisti avendo innalzato Caino a deità!
Allora l’uomo incomincerà ad usare la Riflente, l’Armonia o Virtù o AMORE per camminare in avanti, felice di vivere lo spazio del nuovo corpo, e pur non riuscendo avrà fatto un passo avanti: Antropologia culturale, Storia!

Menone ora ti dimostrerò l’esattezza della teoria dell’anamnesi, tramite il tuo schiavo che per ammissione ignora la geometria: disegno sul terreno un quadrato di cm. 30,96 = 2 piedi per lato, gli chiedo di trovare la misura del lato nel quadrato su area uguale a 8 piedi?

Lo schiavo-
Son schiavo, ma rispondo da uomo, dico: il quadrato da ricercare avrà il lato di 4 piedi, esattamente il doppio del lato nel quadrato di partenza.

Socrate-
Giovane, il quadrato con lato di 4 piedi avrà l’area = a 16 piedi, non a 8 piedi.

L’uomo schiavo-
Rispondo: il lato del quadrato è la misura intermedia tra i 2 piedi del lato del primo e, i 4 piedi del secondo, quindi il lato misura 3 piedi.




Socrate-
Giovanotto, l’area di 3 piedi è di 9 piedi, e non di 8, rifletti che ci riesci.
Ora disegno sul terreno 4 quadrati uguali a quello di partenza, da formare un quadrato di lato 4 piedi su area di 16 piedi.


5)Il giovane-
Se adopero la Riflente, come dice il Maestro, ci riesco: ha disegnato il primo quadrato che è la quarta parte del grande che ha ottenuto, quindi tracciando una delle 2 diagonali di ciascun quadrato si avrà un’area uguale a 8 piedi.

Socrate -
Menone hai visto che adoperando la Riflente si risolvono i problemi, e il tuo schiavo è una prova lampante, ha solo avuto un aiuto per ricorrere alla conoscenza dell’anima o Riflente che ha dentro di lui.

Voce narrante –
La dottrina dell’anamnesi, reminiscenza di ricordi, permette a Socrate ulteriormente di criticare la teoria della conoscenza dei sofisti, capziosi, i quali inducono le menti alla pigrizia della ricerca al vero; mentre la teoria dell’anamnesi è recettiva ed attiva nel cercare la verità che c’è dentro in ognuno di noi (maieutica) da cui nasce l’atto che non è più in potenza ma virtuale che esiste non, di fatto, in virtù dell’anima prima che s’incarnasse.



Lorenzo Pontiggia
il Poeta marylory
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