OSTUNI (BR)

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vanni-merlin
00sabato 25 aprile 2009 15:14
Ostuni




Ostuni sorge su tre colli ad una altezza di 218 metri. È situato a 8 km dalla costa adriatica nell'Altosalento. La Murgia, sulle cui propaggini meridionali si trova la città, è una zona carsica costituita essenzialmente da calcari cretacei. E’ perciò una zona piuttosto arida e priva di corsi d'acqua: al loro posto le cosiddette "lame", letti torrentizi a carattere stagionale, dai solchi poco profondi e dalle pareti ripide. Altra caratteristica dal punto di vista geologico sono le "gravine", dei burroni carsici.

Ostuni è culturalmente e geograficamente il primo centro del Salento, tuttavia da un punto di vista strettamente dialettale l'ostunese rappresenta un idioma di transizione apulo-salentino con influenze salentine, ma con importanti contributi del dialetto tarantino e barese. Le attività economiche più importanti sono il turismo e l'agricoltura (soprattutto ulivi e viti). Importanti e numerose le presenze di strutture dette "masserie", ovvero antiche fattorie fortificate presenti sia nella selva ostunese che nella marina, dove si svolgeva l'attività agricola dei grossi proprietari terrieri.

STORIA

Il territorio di Ostuni era già frequentato nel paleolitico medio (50.000-40.000 anni fa) da cacciatori neanderthaliani. La zona collinare, sede di numerose grotte, offriva dei perfetti rifugi naturali per le primitive comunità umane.

Nel paleolitico superiore le tracce di presidi umani diventano più consistenti: gli scavi effettuati hanno permesso il rinvenimento di reperti ossei e ceramici. Tuttavia la testimonianza più eclatante rimane il ritrovamento di Delia, lo scheletro di una donna di circa 20 anni prossima al parto e del suo feto. Il corpo, deposto in una grande buca, è in posizione contratta, col capo ricoperto da una specie di cuffia composta da centinaia di piccole conchiglie. L'appartenenza della donna ad un gruppo di cacciatori è documentata dai resti del corredo, ossia selci e denti di cavallo e di bue primitivo. La sepoltura, denominata Ostuni 1°, è unica al mondo: risalente a circa 25.000 anni fa, è ubicata nella grotta di Santa Maria di Agnano, presso l'omonima masseria. Un calco di questa sepoltura può essere esaminato presso il "Museo di Civiltà Preclassiche della Murgia Meridionale", nell’ex convento delle Monacelle, nel centro storico di Ostuni.

Al neolitico appartengono invece gli insediamenti di Lamaforca e San Biagio, mentre reperti dell'età del bronzo sono stati ritrovati negli scavi in zona Lama Morelli.

Il primo nucleo cittadino fu fondato dai Messapi, un'antica popolazione italica che si stanziò nel Salento nel VII secolo a.C.; i Messapi erano un popolo abile costruttore di strade e città, e probabilmente trovarono l’ubicazione per la futura città, in cima a un colle dalle pareti molto ripide (murex in latino, da cui proviene per l’appunto il termine Murgia) molto interessante dal punto di vista logistico. Alcuni odierni scavi nei pressi del foro Boario (la zona prospiciente le mura medievali), col rinvenimento di tombe del IV – II secolo a.C., documentano l’ubicazione di un centro abitato la cui estensione andava dai fianchi della collina alla piana digradante verso il mare.

Nel III secolo a.C. il Salento fu conquistato dai Romani, e con esso Ostuni: poco si sa del periodo romano, anche se probabili tracce rimangono in alcune masserie, sorte sulle fondamenta di antiche ville romane. Poco si sa anche riguardo all’etimologia della parola Ostuni: probabilmente deriva dall'eroe eponimo Sturnoi, compagno di Diomede, che dopo la Guerra di Troia l'avrebbe fondato; successivamente i Romani lo chiamarono "Sturninum". Il termine tuttavia potrebbe essere mediato dal messapico, o più probabilmente dal greco “Astu Neon” (“astu” cittadella fortificata, “neon” nuova). .

Con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, Ostuni (come il resto del Salento) fu invasa da Ostrogoti, Longobardi, Bizantini, Saraceni. Sotto i bizantini, nell’876 diventò diocesi e rifugio dei monaci basiliani provenienti da Siria ed Egitto: minacciati dai Turchi e dall'iconoclastia, i monaci si rifugiarono nelle stesse grotte che avevano dato rifugio agli uomini primitivi.

Fra l'XI e il XIII secolo Normanni e Svevi intensificarono la coltivazione dell'ulivo. Ostuni si aprì al commercio con gli Angioini, i quali fortificarono la città e rifondarono, sulle rovine dell’antica Petrolla, il porto di Villanova (la frazione costiera del paese). Nel XII secolo Goffredo III, conte di Lecce e funzionario del re Ruggero II, con giurisdizione militare sulla Terra d'Otranto, costruì un castello sulla cima del colle più alto di Ostuni; oggi di quella costruzione imponente e ben fortificata, rimangono solo una torretta e il giardino (Giardino Zurlo).

La particolarissima conurbazione del borgo medievale, con le case addossate le une alle altre e la presenza di domus palatiate a più piani, risale proprio a questo periodo storico e si spiega sia con esigenze difensive sia col voler sfruttare appieno in larghezza ed altezza tutto lo spazio disponibile all’interno delle mura.

Ostuni fu circondata da nuove mura con torrioni circolari in periodo aragonese: furono aperte quattro porte (delle quali oggi si conservano solo Porta Nova e Porta San Demetrio).

Nel 1507 Ostuni passò al ducato di Bari di Isabella d'Aragona e della figlia Bona Sforza: sotto il dominio spagnolo cominciò così il periodo d’oro della città, sia dal punto di vista economico che culturale. I duchi concessero a Ostuni onori e privilegi, rafforzarono le fortificazioni delle mura cittadine e dotarono il litorale delle torri Pozzella (oggi diroccata) e San Leonardo. Il periodo rinascimentale corrisponde anche al massimo sviluppo urbanistico della città: il numero di abitanti tocca ormai quota 17.000. All’impianto medievale del centro storico si aggiungono numerosi nuovi edifici.

Ma nel XVII secolo cominciò una fase di declino: infatti nel 1639 Filippo IV d'Asburgo, a fronte dei debiti per la guerra dei trent'anni, vendette Ostuni agli Zevallos, una famiglia di mercanti che trattò la città alla stregua di feudo personale: anche la popolazione crollò al di sotto dei 10.000 abitanti. Fu durante questo periodo storico che la peste imperversò nella zona, pur risparmiando proprio Ostuni: questo perché era invalso l’uso di imbiancare le abitazioni con la calce, in quanto disinfettante naturale. Questa pratica non solo bloccò il contagio, ma, protrattasi nel tempo, rende ancora oggi la Città Bianca così peculiare a distanza di secoli.

Con i Borboni la città fiorì nuovamente. Ostuni si espanse in direzione dei vicini colli di Casale, Cappuccini, Sant'Antonio e Molino a Vento. Il centro della vita cittadina si spostò da piazza del Moro all’odierna piazza Libertà, dove si trova oggi il Municipio (e una volta sede del Convento dei Francescani). Fu proprio in questa piazza che Giuseppe Greco, nel 1771, innalzò la colonna in onore di Sant'Oronzo, il quale secondo la tradizione popolare aveva preservato la città dal contagio della peste.

Ai primi dell'Ottocento, sull'onda degli ideali dell’illuminismo, anche Ostuni venne attraversata da tumulti insurrezionali: vennero fondati un circolo della Giovine Italia e una rivendita carbonara. Durante questi moti Ostuni fu la prima città della Puglia a innalzare il tricolore.

Dal secondo dopoguerra a oggi, accanto allo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione ad essa correlata (olio, mandorle, vino), la città è diventata una rinomata meta turistica, riuscendo a valorizzare i suoi beni culturali, storici e architettonici. Numerosi villaggi turistici, come ad esempio Rosa Marina, sono sorti sul litorale, uno dei più puliti della costa pugliese.

La caratteristica più peculiare del centro storico, che così tanto affascina i turisti, è l'imbiancatura a calce delle case fino ai tetti. L’uso, attestato sin dal Medioevo, deriva, oltre che dalla facile reperibilità della calce come materia prima, dalla necessità di assicurare alle viuzze e agli ambienti ristretti di impianto medievale una maggiore luminosità, data dalla luce sia diretta che riflessa. Come già detto, questo costume ha rivestito anche un ruolo importante storicamente nel XVII secolo, quando l’imbiancatura a calce fu l'unico modo per evitare che la peste dilagasse nella cittadina ed il contagio aumentasse sino a portarne la distruzione.

Questo uso fa sì che Ostuni sia denominata spesso Città Bianca o Città Presepe, ed è una caratteristica che la rende riconoscibile e indimenticabile ai visitatori.



DA VEDERE:

La Cattedrale di Ostuni, posta alla sommità del colle più alto, fu iniziata nel 1435 e completata tra il 1470 e il 1495. Ha una bellissima, caratteristica facciata di tarde forme gotiche, tripartita da lesene. La parte centrale termina con un timpano formato da due archi inflessi, le ali con due mezze lunette; timpano e lunette hanno un bellissimo coronamento gotico, che si prolunga sui fianchi e attorno al transetto, di archetti trilobi a profilo seghettato su mensole scolpite. La facciata è aperta da tre eleganti portali ogivali (nella lunetta di quella mediano, bassorilievo raffigurante la Madonna col Bambino in gloria) sormontati ciascuna da una rosa, di cui quella centrale a 24 raggi, notevolissima per dimensione e ricchezza d'intagli. Altre belle rose sono nelle testate del transetto. L'interno, a croce latina a tre navate su colonne, è rifatto in ariose e solenni forme settecentesche, con soffitto piano dipinto e belle cappelle barocche (presso l'ingresso, colonna della costruzione primitiva). Al termine della navata sinistra è un altare in legno del 1734 con busti dei santi Oronzo, Biagio e Agostino. Nell’abside coro in legno di noce riccamente intagliato (XVII secolo). Nella navata destra sepolcro del vescovo Filo (1720) e nell'ultima cappella c’era una Madonna col Bambino e Santi, di Jacopo Palma il Giovane (trafugata). L'Archivio capitolare possiede oltre 200 pergamene dal 1137.

il monastero delle Carmelitane, del '700, a cui è annessa la barocca chiesa di San Vito martire (nota anche come Santa Maria Maddalena), del 1750-1752, dalla fastosa facciata curvilinea con fastigio spezzato, ricco finestrone centrale e cupola a mattonelle policrome. All'interno notevoli il pulpito ligneo del ‘600, il monumento funebre di Cono Luchino Del Verme (1747) e i sontuosi altari barocchi di Francesco Morgese (1763), le cui tele, opera di Domenico Lettieri (1760) sono conservate nell’adiacente Museo di Civiltà Preclassiche della Puglia Meridionale.

la chiesa di San Giacomo di Compostela o dei Santi Cosma e Damiano, eretta nel 1423; dell'originaria costruzione conserva nella facciata l'architrave del portale e il soprarco ogivale scolpito, e una finestra ornata nell'abside.

la chiesa di San Francesco d'Assisi, di fondazione medievale, ma con facciata del 1882: nell’interno settecentesco conserva in controfacciata il dipinto Mosé che spezza le tavole della legge (scuola di Luca Giordano), le statue lignee dell’Immacolata di Giacomo Colombo (1719) e di Sant’Agostino (XVIII secolo) e il busto di San Giuseppe col Bambino Gesù (scuola napoletana del Seicento) e di San Giuseppe;

la chiesa dello Spirito Santo (1637) ha un bel portale rinascimentale con bassorilievi attribuibili al XV secolo, di gusto ancora tardogotico: nella lunetta, Dormitio Virginis; nel timpano, Incoronazione di Maria e Annunciazione. All’interno, Madonna col Bambino e i santi Elisabetta, Anna e Gioacchino, dipinto di Fra' Giacomo da San Vito.

il dolmen di Montalbano (detto erroneamente di Cisternino, e noto localmente come Tavola dei Paladini), è nella contrada Piscomarano, presso l’abitato di Montalbano di Fasano; è di grandi proporzioni (alt. cm 145; lastrone di copertura cm 200x300 ca), purtroppo danneggiato in tempi recenti con la distruzione del dromos.

il Parco Archeologico e Naturalistico di Santa Maria D'agnano, (raggiungibile dalla strada statale 16 Ostuni-Fasano), conserva la grotta-santuario rilevante per il ritrovamento della delle ossa di Delia, giovane donna partoriente di 25 mila anni fa, attualmente custodita nel Museo. Resti di un insediamento messapico.

la Torre San Leonardo, torre di avvistamento antisaracena, è in località Pilone;

il Castello di Villanova sorge presso il mare, ove si apre un porticciolo. Villanova venne fondata nel 1277 da Carlo I d'Angiò sul luogo dove, verso la fine del XII secolo, Tancredi conte di Lecce aveva costruito la città di Petrolla, presto scomparsa a causa delle incursioni.


DA: it.wikipedia.org/wiki/Ostuni
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