Nicola Cusano

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Lucifero
00mercoledì 15 febbraio 2006 18:15
Nicola Cusano,il più importante filosofo del Neoplatonismo quattrocentesco,nel suo saggio La Dotta ignoranza(1440),
www.forma-mentis.net/Filosofia/Cusano.html
utilizzò il metodo delle analogie matematiche (Matesi)
www.profezieonline.com/Eventi%20Apocalittici/Anticristo/antic...
per affrontare il problema gnoseologico.In base al principio che ogni conoscenza consiste nel paragonare,definì la conoscenza come una proporzione fra noto e ignoto(si possono conoscere cose nuove partendo da quelle già conosciute).L'acquisizione di nuove nozioni risulta facile quando si affronta una sfida possibile,ossia concetti più vicini e simili a quelli già posseduti;al contrario quando si cerca di risolvere problemi molto lontani dalle nostre conoscenze attuali,in qualche modo sproporzionati con il sapere umano(per esempio la natura di Dio),bisognerebbe confessare la nostra incapacità a comprendere.Riprendendo in termini nuovi l'antica valorizzazione socratica del sapere di non saper nulla(Maieutica) .http://it.wikipedia.org/wiki/Maieutica Cusano affermò l'esistenza di una dotta ignoranza che nasce dalla consapevolezza dei limiti del sapere umano.Se si paragona la Verità a un cerchio,allora l'intelletto umano è simile a un poligono inscritto:per quanto si aumenti il numero dei lati,esso non coinciderà mai con la circonferenza.Analogamente potremmo dire della mente umana,per quanto possa progredire,non comprenderà mai la verità in modo così preciso da non poterla comprendere meglio all'infinito.Riproponendo il tema dell'inconoscibilità razionale di Dio elaborato dalla teologia negativa di Dionigi L'Areopagita,Cusano affermò che la dotta ignoranza è l'unico atteggiamento possibile di fronte all'infinito e a Dio,concetti che sfuggono a ogni criterio di analisi.Dio è al dì là della ragione umana,trascende ogni cosa e non può essere racchiuso in alcuna definizione senza cadere nel volgare.L'unico modo per affrontare il problema di Dio è ricorrere alle congetture,termine con cui Cusano designava particolari analogie di tipo geometrico capaci di suggerire la differenza tra il finito e l'infinito.Per esempio la retta e il cerchio sono figure diverse(finite),ma se si estende il cerchio all'infinito diventa impossibile distinguerlo da una retta.Per questo si può dire che Dio,essendo indfinito,è tanto l'una quanto l'altra cosa:è contemporeanamente retta e cerchio.Queste analogie suggeriscono che Dio è al dì là del principio di non contraddizione.In lui si realizza la coincidenza degli opposti:Dio è il più e il meno,ilo punto e la circonferenza,il minimo e il massimo.Il rapporto fra Dio e il mondo può essere pensato in termini di contrazione/esplicazione:Dio include(complica,contrae)in sé tutte le cose:è come l'unità rispetto ai numeri,come il punto rispetto alle figure geometriche.Al contrario il mondo è l'esplicazione di questa unità: ogni sua parte è una determinazione della divinità,un suo specificarsi in una concreta individualità.Queste riflessioni condussero Cusano a riprendere le antiche teorie di Platone relative all'uomo microcosmico e all'anima del mondo,influendo così in modo decisivo sull'intera cultura del XVI secolo e sul rinascente Neoplatonismo.Uno dei meriti del Neoplatonismo rinascimentale(tale da fare di questa corrente filosofica uno dei presupposti necessari allo sviluppo del moderno pensiero scientifico nel XVII secolo) e l'aver affermato l'importanza delle matematiche.Ciò che tuttavia i Neoplatonici intendevano con questo termine è diverso dall'eccezione moderna,sia perchè nell'Quattrocento le conoscenze matematiche erano molto arretrate(la trigonometria fu inventata nel cinquecento,la geometria analitica nel seicento),sia perchè la mentalità di Cusano,Ficino,Bruno e persino Keplero
www.vialattea.net/pagine/astro1/keplero.html
era ancora ben lontana dai criteri di esattezza e di rigore necessari alla scienza.Nella propspettiva neoplatonica 'matematica' significò commento speculativo di determinati diagrammi(figure geometriche ,numeri) allo scopo di elevarsi a i più profondi livelli di sapienza.Il triangolo,il cerchio,il quadrato,il numero uno,la forma grafica delle lettere dell'alfabeto,i solidi di Bacco di cui Platone aveva trattato nella sua stereometria e altre figure ancora furono considerate forme archetipiche,ossia schemi,manifestazioni visibili delle grandi idee platoniche(Archetipo e idea platonica)A questa strana geometria filosofica,in cui sono evidenti gli influssi del Pitagorismo,è stato dato il nome Matesi speculativa.Le sue figure non servono a dimostrare alcunchè,non sono strumenti utili allo sviluppo di alcun teorema scientifico;sono immagini simboliche che esemplificano nozioni trascendenti altrimenti inesprimibili;figure da contemplare(interiorizzare) per ricavarne il messaggio mistico nascosto:La Matesi è una matematica che ama riflettere sulle antinomie,sui paradossi,sui problemi che hanno le caratteristiche dell'enigma o sono insolubili(quadratura del cerchio,trisezione dell'angolo).Il maggior merito di questa disciplina rispetto allo sviluppo della scienza è l'aver posto il problema dell'infinito,che Cusano descrive come coincinza degli opposti.Precisamente nel linguaggio della Matesi l'Infinito è "quella figura geometrica,impensabile dall'intelletto umano,in cui tutte le figure geometriche coincidono" Cusano mantenne sempre questo tipo di speculazioni sul piano della mediazione filosofica,utilizzando le figure come un semplice stimolo alla riflessione(un buon esempio sono le considerazioni che egli ricava dall'analisi della lettera N svolta nelle congetture,una vera e propria teoria della dialettica) Nei Platonici del secolo seguente,e in particolare Bruno,la Matesi fu invece utilizzata all'interno di una prospettiva magica e ermetica(assente in Cusano).L'avvenimento che segna il passaggio al nuovo punto di vista fu la scoperta della Cabala ebraica prodottasi in Italia dopo la cacciata degli degli ebrei da parte della spagna nel 1492.I maghi rinascimentali videro una conferma della Matesi,a un maggior livello di consapevolezza teorica,nel principio di gematria,secondo cui ogni lettera dell'alfabeto ebraico(la lingua con cui Dio creò tutte le cose,semplicemente nominandole)è sede di un significato e di un potere trascendenti.Legandosi alla Gematria ebraica www.kolumbus.fi/gematria/italiagem.htm
la Matesi si trasformò nel Rinascimento in una variante della magia.Cornelio Agrippa,
www.specchiomagico.net/agrippa.htm
filosofo mago e discepolo di Cusano,elaborò talismani usando lettere ebraiche e inventò nuovi alfabeti cabalistici.Quelli riprodotti sono caratteri della scrittura celeste elaborata,secondo Agrippa,dagli antichi sapienti egizi,in base alle disposizioni delle stelle.

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