Lehman Brothers dichiara fallimento

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lella84
00lunedì 15 settembre 2008 21:58



NEW YORK - Lehman Brothers ha avviato la procedura fallimentare. La banca d'affari statunitense ha chiesto alle autorità americane di far ricorso al "Chapter 11" che le consentirà di procedere alla ristrutturazione, mentre vengono congelate le iniziative autonome dei suoi singoli creditori. Una decisione presa dopo che la banca d'affari non è riuscita a trovare un acquirente che si facesse carico dei suoi 60 miliardi di dollari di attività sull'immobiliare a elevato rischio. Ora i 26.000 dipendenti perderanno probabilmente il posto di lavoro. Lehman in Europa conta su 6 mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti sarebbero complessivamente 140, di cui 120 operativi su Milano e i restanti 20 su Roma.

FALLIMENTO RECORD - Il fallimento di Lehman è il più grande nella storia delle bancarotte mondiali. Lehman ha superato infatti il crac di WorldCom, il gruppo telefonico che finì in amministrazione controllata nel 2002. Lehman ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari.

BUSH: LIMITARE I DANNI - «Siamo al lavoro per ridurre l'impatto della crisi finanziaria sull'economia», ha detto il presidente Usa George W. Bush in una breve conferenza stampa alla Casa Bianca. La situazione è critica, ha aggiunto, e «nel breve periodo l’impatto potrebbe essere grave», ma il governo americano «sta lavorando per ridurre l’effetto negativo delle turbolenze». Bush ha sottolineato di essere in continuo contatto con il segretario al Tesoro, Henry Paulson, e con la Securities and Exchange Commission (la Consob statunitense) allo scopo di «promuovere la stabilità». Il presidente si è detto «fiducioso» circa la capacità dell’economia americana, che «rimane solida», di «bilanciare aggiustamenti sui mercati finanziari».

E BOFA COMPRA MERRILL - Il passo è diventato inevitabile dopo che gli ultimi potenziali acquirenti si sono defilati: la Bank of America si è infatti lanciata sull'acquisto della banca d'affari Merrill Lynch (accordo per 50 miliardi di dollari, con un premio del 70% rispetto alla chiusura della quotazione di Wall Street di venerdì scorso), mentre la britannica Barclays non ha voluto procedere dopo che il governo americano ha chiarito che non avrebbe garantito i debiti di Lehman.

LA CRISI - Lehman Brothers, fondata 158 anni fa, è stata messa in ginocchio dalla crisi dei mutui. Il tracollo è anche il frutto della decisione del Tesoro e della Fed di concedere col contagocce i soldi dei contribuenti americani per Lehman, a differenza di quanto avevano fatto a marzo per Bear Stearns, il cui crac era stato attenuato, grazie ai 30 miliardi che la Fed aveva messo a disposizione di Jp Morgan accorsa a salvarla. Anche una settimana fa, di fronte alla crisi di insolvenza di Freddie Mac e Fannie Mae, le autorità avevano optato per una rete di salvataggio, che costerà non meno di 200 miliardi di dollari. In questi giorni però, di fronte al crac di Lehman, Fed e Tesoro si sono dimostrate restie ad intervenire.

ESPOSIZIONE - L'esposizione di Lehman Brothers nel settore dei mutui residenziali ammontava alla fine di agosto a 13 miliardi di dollari, mentre quella sui mutui commerciali a 33 miliardi di dollari. Lo evidenzia il «Wall Street Journal» secondo cui la liquidazione di Lehman Brothers potrebbe provocare un'ondata di «fire sale» nei due settori abbattendo ulteriormente il valore degli asset detenuti dagli altri istituti di credito. Lehman, precisa il quotidiano finanziario Usa, è anche fortemente interconnesso con moltri altri mercati come quelli sui credit-default swap di cui è uno dei top 10 player.

GOLDMAN SACHS E MORGAN STANLEY A RISCHIO - E ora l’attenzione è sulle due banche d’affari americane rimaste apparentemente in piedi, ovvero Goldman Sachs e Morgan Stanley. A questo punto, cosa accadra’ a Goldman Sachs e Morgan Stanley? Molti investitori ritengono che Morgan Stanley potrebbe essere costretta a una fusione con un’altra banca, come fa notare la stessa agenzia di stampa Dow Jones. Tuttavia altri esperti mettono in rilievo come non ci sia al momento un colosso che possa acquistare Morgan, se si considera che ormai Bank of America, con l’acquisto di Merrill Lynch, sara’ in effetti fuori gioco. Ci sarebbero si’ Wells Fargo e US Bancorp, ma nessuna delle due ha manifestato un interesse per rilevare una societa’ grande del calibro di Morgan Stanley. Ed e’ anche per questo motivo che secondo Nancy Bush, analista di NAB Research, l’unico potenziale acquirente potrebbe essere proprio Goldman Sachs. A meno che non si considerino le grandi banche straniere, tra cui Barclays, che aveva manifestato un interesse per Lehman, per poi fare dietrofront. Nessun commento e’ arrivato al momento da Goldman Sachs, sebbene il colosso abbia diffuso un comunicato in cui conferma la responsabilita’ per tutte le azioni quotate che per il loro trading hanno utilizzato Lehman Brothers.

LICENZIAMENTI - La bancarotta di Lehman Brothers, oltre a mandare a picco le Borse, sta avendo gravi ripercussioni sul fronte occupazionale. Solo in Europa, riferisce l'Adnkronos, sono stati licenziati seimila dipendenti.

FONDI - Per far fronte a una mancanza di liquidità, la Bce ha inserito nel mercato 30 miliardi di euro, più altri 6,4 la Banca d'Inghilterra. Dieci banche (Bank of America, Citibank, Barclays, Credit Suisse, Ubs, JpMorgan, Merrill Lynch, Goldman Sachs, Deutsche Bank e Morgan Stanley) hanno dato vita a un fondo di 70 miliardi con il quale si assicurano liquidità aggiuntiva a sufficienza. Le risorse del fondo possono anche aumentare se altre istituzioni decidessero di aderire all'iniziativa. Non c'è nessun nome italiano tra i 30 maggiori creditori non garantiti di Lehman Brothers nel documento depositato al tribunale di New York. «La nostra esposizione con Lehman Brothers è limitata», ha riferito l'amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo.

(SimonLeBon)
00lunedì 15 settembre 2008 22:00
Questo si che è un bel botto, altro che Alitalia!
Oggi c'è stato l'effetto domino e le borse EU sono crollate...

Simon
(SimonLeBon)
00sabato 20 settembre 2008 08:49
Si vede che siamo in tempi di elezioni...
2008-09-20 08:18
CRISI MUTUI: PIANO USA DA 500-800 MILIARDI
NEW YORK - Il piano allo studio delle autorità americane per salvare il sistema finanziario prevedrebbe lo stanziamento di 500-800 miliardi di dollari per l'acquisto dei debiti tossici che fanno capo alle banche e che ne stanno affondando i bilanci. Secondo indiscrezioni, l'amministrazione non intenderebbe creare un maxi-fondo dove far confluire i titoli tossici, ma preferirebbe assumere investment manager per supervedere quello che dovrebbe essere un consistente portafoglio di mortgage-backed securities. Il governo, nell'ambito del piano, dovrebbe acquistare solo residential e commercial mortgages e mortgage-backed securities. Gli asset da acquistare dovrebbero far capo solo ed esclusivamente ad aziende americane, esclusi gli hedge fund. Inoltre, i titoli accettati nell'ambito del piano dovrebbero essere da cinque anni a capo all'istituzione finanziaria che interebbe cederli.
(SimonLeBon)
00sabato 20 settembre 2008 08:49
FALLISCE AMERIBANK, E' LA 12/A NEL 2008 IN USA
A poche ore dall'annuncio di un vasto piano di salvataggio dell'intero sistema finanziario, Ameribank chiude i battenti, divenendo così la dodicesima banca statunitense a fallire quest'anno. Le autorità hanno chiuso Ameribank e ceduto i depositi alla Pioneer Community Bank e alla The Citizens Savings Bank. Ameribank, fondata 102 anni fà, è la prima banca del West Virgina a fallire dal 1999, quando venne chiusa la First National Bank, uno dei maggiori fallimenti bancari della storia americana. Ameribank, a quei tempi, rilevò i 135 milioni di dollari di depositi assicurati di First National Bank. Fondata nel gennaio 1906, al 30 giugno Ameribank contava su 102 milioni di dollari di depositi e 115 milioni in asset.

Il piano di salvataggio da centinaia di miliardi di dollari messo a punto dal Tesoro statunitense e dalla Federal Reserve per far fronte alla crisi finanziaria e la decisione delle Autorita' di controllo dei mercati Usa ed europee di mettere al bando le vendite allo scoperto ridanno fiato alle Borse mondiali, tornate a guadagnare dopo una settimana di pesanti perdite causate dal crac di Lehman Brothers e dal salvataggio in extremis di Aig.

E la risposta si e' fatta sentire chiara e forte: Londra e' volata di quasi dieci punti percentuali (+9,27%) e Mosca, dopo due giorni di congelamenti per eccesso di ribasso, del 22 per cento. A livello continentale l'indice paneuropeo, il Dj Stoxx 600, e' balzato di 8,27 punti percentuali, registrando il rialzo piu' consistente degli ultimi venti anni (non accadeva dal 1987) e azzerando in un sol colpo le perdite registrate nel corso della settimana 'nera'. In positivo anche i listini asiatici con Tokyo (+3,7%), Shanghai (+9,4%) e Hong Kong (+6,5%), cosi' come quelli di Wall Street (Dow Jones +4,1%, ancora in corso) e in Sud America (San Paolo +7,1%, in corso).

In pratica, a dare la carica ai mercati finanziari e' stato l'annuncio del segretario al Tesoro americano, Henry 'Hank' Paulson, di un primo intervento da 50 miliardi di dollari per stabilizzare i fondi mutualistici piu' esposti, che rientra in un piano da ''centinaia di miliardi di dollari'' che punta a risolvere la crisi finanziaria. ''Dobbiamo portare avanti una vasta operazione - ha spiegato Paulson - per affrontare i problemi alla radice, che causano stress nel nostro sistema finanziario''. Il segretario ha poi ribadito che il piano mira a ripulire i bilanci delle societa'. In altre parole, il Governo Usa adottera' uno strumento - come il fondo creato negli anni '80 per affrontare la crisi delle casse di risparmio - in cui congelare i titoli 'spazzatura' fino al recupero dei mercati. E su queste previsioni i mercati del Vecchio Continente non potevano che brindare.

''La soluzione adottata dall'amministrazione Usa - ha commentato un broker - mira a salvare il settore finanziario, in modo da evitare che quest'ultimo collassi sull'intero sistema economico''. A dare un'ulteriore spinta ai mercati e' stata poi la decisione di bandire le vendite allo scoperto annunciata dalla Sec americana, seguita a breve da analoghe mosse dell'authority britannica e di quella svizzera, che ha tagliato cosi' le gambe alla speculazione ribassista alla base di un'amplificazione nel crollo di alcuni titoli.

A reagire sono stati cosi' soprattutto i titoli finanziari, da oltre un anno nel mirino della crisi di liquidita'. Tra i piu' forti Barclays (+29%) a Londra, cosi' come Ubs (+32%) e il Credit Suisse (+18%) a Zurigo. In volata poi le quotazioni di Deutsche Bank (+14%) a Francoforte, Da segnalare anche il colosso dei mutui anglosassone Hbos (+29%) e la Lloyd's Tsb (+20%). In Oriente ha rialzato la testa Bank of China che ha chiuso con un rialzo del 10 per cento. Tra le poche eccezioni il comparto automobilistico con Volkswagen (-14%), dopo che nelle tre sedute precedenti aveva guadagnato quasi 50 punti percentuali.

Di seguito l'andamento degli indici delle principali Borse mondiali: - Tokyo +3,76% - Mosca +22,1% - Londra +8,84% - Parigi +9,27% - Francoforte +5,56% - Madrid +8,71% - Milano +8,62% - Amsterdam +8,58% - Stoccolma +8,98% - Zurigo +6,07% - Wall Street +4,11% (ancora in corso) - San Paolo +7,11% (ancora in corso).
(SimonLeBon)
00sabato 20 settembre 2008 08:49
1.000 MLD DOLLARI PER SALVARE FINANZA
Una scommessa ad alto rischio per scongiurare il piu' alto rischio di tracollo dei mercati e dell'economia, che attraversa ''un momento cruciale'': ''c'e bisogno di agire immediatamente'' nei confronti della crisi che da 13 mesi strangola i mercati. Anche a costo di mettere in pericolo i soldi dei contribuenti. Il presidente George W. Bush ammette la gravita' della situazione e annuncia misure imponenti per restituire stabilita' e fiducia ai mercati. Un piano da centinaia di miliardi di dollari, forse 1.000, che potrebbe arrivare a valere circa dieci volte quello Marshall.

Ma senza il quale il rischio e' quello di perdite ancora maggiori. L'ipotesi di un intervento di sistema apre uno spiraglio di luce e i mercati mondiali brindano all'iniziativa, prendendo sprint anche dal blocco temporaneo delle vendite allo scoperto deciso dai regolatori inglesi e dalla Sec. ''L'economia si trova in un momento cruciale: e' necessario agire immediatamente per far fronte alla crisi'', afferma Bush in una breve apparizione accompagnato dal segretario al Tesoro Henry 'Hank' Paulson, dal presidente della Fed Ben Bernanke e da quello della Sec Christopher Cox.

Il piano allo studio non sara' sicuramente indolore: l'ammontare dei soldi pubblici a cui si fara' ricorso sara' significativo, e non senza rischi, ammette il presidente americano. Le autorita' starebbero valutando la creazione di un super-fondo nel quale far confluire e congelare i debiti tossici delle societa' finanziarie, fino a quando il mercato non si sia stabilizzato e sia quindi di nuovo in grado di assorbirli. ''Nelle ultime settimane abbiamo agito caso per caso e questa mattina abbiamo assunto una serie di iniziative tattiche per aumentare la fiducia nel sistema, incluso un programma temporaneo per l'industria dei fondi mutualistici.

Nonostante questo, c'e' bisogno'' di iniziative supplementari contro la crisi, spiega Paulson, individuando negli asset non liquidi legati ai mutui il problema da risolvere. ''Il governo federale deve mettere a punto un programma per rimuovere gli asset non liquidi, con un'azione che abbia un impatto massimo, incluso quello di proteggere i contribuenti'' spiega il segretario al Tesoro stimando il valore del piano in ''centinaia di miliardi di dollari'', che un ''ammontare significativo di soldi dei contribuenti sara' usato per fermare la crisi''.

Ma questo piano ''costera' alle famiglie americane meno di altre alternative''. Secondo il senatore repubblicano Richard Shelby il piano verra' a costare 1.000 miliardi di dollari. Ma forse anche di piu': secondo alcuni analisti solo 800 miliardi serviranno per la realizzazione del maxi-fondo, mentre altri 400 miliardi saranno stanziati per assicurare i depositi. I mercato brindano al lavoro del governo americano, arrivando a guadagnare anche il 9,2% a Parigi. In terreno positivo sin dall'avvio degli scambi Wall Street, che sembra intenzionata a proseguire su questa strada.

A regalare l'euforia ai maggiori indici mondiali sono anche le decisioni di Sec e dell'autorita' inglese di mettere al bando le vendite allo scoperto, le iniezioni di liquidita' decise anche oggi dalle maggiori banche centrali, ma anche l'azione coordinata Fed-Tesoro a sostegno dei fondi mutualistici. Il Tesoro ha infatti annunciato un piano da 50 miliardi di dollari per stabilizzare la situazione dei fondi mutualistici e che operera' attraverso il cosiddetto Exchange Stabilization Fund allo scopo di assicurare l' ordinato svolgimento del mercato monetario. A sostegno del corretto funzionamento del mercato, la FEd ha deciso di acquistare le obbligazioni a breve termine di Fannie Mae e Freddie Mac e di assicurare alle banche la liquidita' necessaria per l'acquisto di 'high-quality asset-backed commercial paper' (ABCP) proprio dai fondi mutualisti, cosi' che questi possano far fronte alla fuga degli investitori.
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