La vera storia del pirata Long John Silver - Bjorn Larsson

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koala3
00mercoledì 21 maggio 2014 12:51
Scritto nientemeno che da uno svedese nel 1994 partendo dall'idea di raccontare la vita del personaggio de L'isola del tesoro di Stevenson, questo libro supera di gran lunga le possibili attese.
Capisco ora perché è il best seller della Iperborea.
E' effettivamente un capolavoro come romanzo d'avventura per adulti e come romanzo a tutto tondo. Non l'ho letto recentissimamente, ma mi pare che L'isola del tesoro esca ridimensionata al confronto.
L'autore prende il personaggio di Stevenson e ne fa non solo una figura carismatica, quale già era, ma un gigante che esce dalla carta e rappresenta il bene e il male, e soprattutto la casuale commistione dei due nell'individuo. Il racconto che il protagonista fa di sé diviene non solo ritratto di un'epoca e di uno stile di vita, ma anche spunto per riflessioni (mai pretestuose) sull'esistenza.
Insomma, davvero notevole anche per chi non parte come appassionato di storie di mare e pirati.
rimatt1
00mercoledì 21 maggio 2014 14:27
Addirittura ridimensiona Stevenson!? In ogni caso, da come ne parli questo romanzo mi ispira molto.
Fog
00mercoledì 21 maggio 2014 18:05
Non esageriamo
koala3, 21/05/2014 12:51:

...ma mi pare che L'isola del tesoro esca ridimensionata al confronto.

Questo mi pare assolutamente eccessivo.
L'edizione integrale del romanzo di Stevenson -non le tantissime riduzioni per ragazzi che circolano nelle librerie- è un capolavoro assoluto della narrativa di tutti i tempi.
Uno stupendo romanzo di formazione, un appassionante racconto di pirati, una galleria di personaggi indimenticabili, un manuale di tecnica di navigazione.
Più Long John Silver, il più fantastico dei villain, l'uomo che anticipa e riassume senza didascalie Jeckyll e Hyde.

Carlo Maria
00mercoledì 21 maggio 2014 19:07
Manco a farlo apposta, ho appena scoperto e sto leggendo ora "L'ultima avventura del pirata Long John Silver", una settantina di pagine scritte ancora da Larsson, che torna sul personaggio per riportare ancora un'avventura che lo riguarda.
Io ho amato il libro che recensisci, Raffina, tuttavia lo considero un eccellente seguito dell'opera stevensoniana, piuttosto che addirittura un romanzo superiore all'originale. Fare un seguito valido è cosa quasi impossibile ed in questo (come nel rispetto con cui l'autore svedese tratta il migliore tra i personaggi possibili) sta il grandissimo merito di Larsson; diamo tuttavia a Stevenson ciò che è di Stevenson: il suo romanzo è tuttora uno dei vertici assoluti della narrativa avventurosa mondiale, un'incalzante sequenza di vicissitudini che tengono il lettore costantemente col cuore in gola e avvinghiato al libro. Larsson compie un'operazione in parte anche furbesca: essendo consapevole, come tutti credo, che dallo splendido "L'isola del tesoro" fuoriesce UN PERSONAGGIO come assoluto e incontrastato mattatore, egli screma tutto il resto e si focalizza proprio su quest'ultimo. All'autore svedese, va riconosciuta la maestria di aver scritto una prosa coerente all'opera di riferimento e di aver saputo ricreare quella magia che nasce dall'empatia che Long John induce in ogni lettore, tuttavia se questi hanno riconosciuto nel Silver di Larsson un amico che ritenevano perduto, è perché hanno riconosciuto tra quelle pagine le caratteristiche che Stevenson ha saputo infondere nel personaggio, rendendolo vivo. [SM=x74967] [SM=x74967]
Carlo Maria
00mercoledì 21 maggio 2014 19:15
Re:
rimatt1, 21/05/2014 14:27:

Addirittura ridimensiona Stevenson!? In ogni caso, da come ne parli questo romanzo mi ispira molto.




A suo tempo, Matte, ne parlammo qua:

L'isola del tesoro
rimatt1
00mercoledì 21 maggio 2014 19:29
Grazie della segnalazione. ;-)
Carlo Maria
00domenica 22 giugno 2014 14:40
L'avevo mollato lì per settimane sul comodino perché dovevo studiare, ma ieri, nella prima pausa da tempo, mi sono dedicato appunto a L'ultima avventura del pirata Long John Silver. Come dicevo, si tratta di un racconto, di 72 pagine, scritto ancora da Larsson.
Non aggiunge nulla a quanto già detto e scritto, è poco più di un divertissement, anche se è estremamente piacevole perché:
a) è scritto bene (di quell'autore devo cominciare a reperire altro);
b) mi ripresenta un amico amatissimo (Long John, ovviamente).

La trama è talmente esile e lineare che c'è davvero poco da riportare su questo fronte, se non il fatto che, a differenza dei romanzi che hanno visto Barbecue operare, questa storia è statica. L'avventura non è figlia di azione, qui, ma proprio solo del carisma del protagonista. Il suo modo di parlare, il suo modo di giocare con gli altri come il gatto col topo è perfettamente noto e sapientemente gestito dall'autore, che occhieggia ai lettori.

Sicuramente non è imprescindibile, ma si tratta comunque di una breve lettura piacevole. [SM=x74930]
Carlo Maria
00sabato 25 febbraio 2023 15:58
Dopo quasi nove anni torno a Larsson e scrivo per l'occasione in questo topic.
Ho letto Il porto dei sogni incrociati, terzo romanzo dell'autore.
Il mare è sempre uno dei protagonisti, ma questa volta di secondo piano perché non ne viene rappresentata la furia devastante, bensì la sua funzione di collante tra le varie terre e la possibilità che regala di offrire luoghi lontani da ogni altro essere vivente.
La scrittura iniziale è troppo piana e semplice e non mi soddisfa, ma l'opera infine cresce e regala una seconda metà (o quantomeno un ultimo terzo) davvero valida.
Il personaggio che ne emerge è nuovamente quello di un uomo di mare: il capitano Marcel, punto focale della narrazione e individuo peculiare, coacervo di fascino e di umane incongruenze.
Larsson è un buon narratore e anche se qui non è al livello della vera storia di Long John, riesce a coinvolgere il lettore e a toccarlo.
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