Il trionfo di Giorgio Di Centa: è il padrone di una volata d'oro

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vanni-merlin
00domenica 26 febbraio 2006 16:03
L'Italia sale sul gradino più alto del podio nella 50 km di fondo
a tecnica mista. Gara dura ed esaltante. Piller Cottrer quinto


Il trionfo di Giorgio Di Centa
è il padrone di una volata d'oro


dal nostro inviato CRISTINA NADOTTI



PRAGELATO - Una maratona finita come uno sprint tutto suspence e un vincitore quasi insospettabile. Tocca a Giorgio Di Centa regalare la quinta medaglia d'oro all'Italia e la prima, dal lontano '68, da quando vinse Franco Nones, nel fondo. E' il riscatto del fratello minore, di quello che è sempre un po' in ombra, e il quadretto dell'ultima gara dell'Olimpiade di Torino è molto italiano, con tutta la famiglia, moglie, bambine, sorella, fratello e padre, ad abbracciare il campione. Che piange, perché nonostante si abbiano le rughe solcate dal gelo e dal sole sulla faccia, dopo 50 chilometri e anni di allenamenti dai quali si raccolgono pochi risultati, le lacrime ci stanno bene.

Dalle 10, quando è cominciata la maratona del fondo, fino alle 12.15, quando è finita, è sembrato di vedere una gara di velocità piuttosto che una maratona. Gli italiani focosi, Valbusa, lo stesso Di Centa, Piller Cottrer, cauti e guardinghi, a scrutarsi intorno in continuazione per vedere chi c'è, per controllare se il gruppo si sfalda. Macché, dopo 42 chilometri sono tutti lì, i due cechi, Jiri Magal e Milan Sperl, tentano uno strappo, è una forchettata ai muscoli per vedere quanta benzina c'è ancora. Gli italiani rispondono tutti, Di Centa, Piller Cottrer che sembra freschissimo, Santus che tiene un ottimo ritmo. Sparisce un po' Valbusa e dispiace, perché l'impetuoso "Bubo" è diventato un personaggio.

Le gambe fanno male, ma nessuno molla, quando il gruppone entra nello stadio sembra la partenza e non l'ultimo giro, sono ancora tutti lì. C'è un boato quando arrivano, bandiere, urla e cori, c'è il sole e dopo la delusione di ieri nello sci alpino, il grigiore delle star delle discese, questa sembra, come è stata per Fabris nel pattinaggio, la rivincita dei grandi atleti sulle dive. E i grandi atleti stringono i denti, ora è Piller Cottrer che tenta l'attacco, purtroppo l'unico risultato è che Santus rompe un bastoncino, un incidente fatale perché perde il contatto con il gruppo, mentre i duri vanno. I due italiani, Piller Cottrer e Di Centa, dietro a Vittoz e Soedergren, li guardano, sono lì a mordergli le reni come belve in caccia.

Poi la discesa. Non c'è stata la selezione e arrivano come il gruppone del ciclismo, ma Di Centa è avanti, manca il fiato a vederlo, il russo Dementiev alle costole, l'austriaco Michail Botynov anche. Racconta Di Centa: "Il rettilineao d'arrivo mi è parso lunghissimo, di solito finisce che all'ultimo momento arriva qualcuno al tuo fianco e ti passa, tendevo l'orecchio, ma non sentivo il rumore degli sci e vedevo il traguardo sempre più vicino. Poi ho passato la linea, non mi pare ancora vero". Pietro Piller Cottrer è "solo" quinto, diciannovesimo Santus, trentesimo Valbusa, sul podio il russo Eugeni Dementiev e l'austriaco Mikail Botvinov.



(26 febbraio 2006)

da: www.repubblica.it/2006/a/speciale/altri/2006olimpiadi/dcientoro/dcient...


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