Re:
Scritto da: Nynaeve Sedai 03/11/2005 17.25
Aspetta, un secondo... visto che hai tirato fuori Martin...
ehm... lo so che mi ci faccio una magra figura... insomma.. ok, NON L'HO LETTO.
Siccome qui tutti lo nominano, se piace a voi piacerà di sicuro anche a me...
Potresti parlarmene un pochino?
Per parlare di Martin.... bisogna premettere che ha uno stile di scrittura molto diverso dai consueti canoni fantasy (Tolkien, Brooks, Jordan...).
Innanzitutto va notata l'assenza (pressoche' totale) della magia e di creature immaginarie (elfi, nani, troll....), se si eccettuano i draghi, i meta-lupi e gli estranei..... In se la saga (specie nei primi volumi) sa molto di una storia medievaleggiante, con re, vassalli e cavalieri che complottano e combattono tra loro per ottenere il potere e il titolo originale del primo volume (A game of thrones) sia perfetto per descrivere l'argomento del libro: il gioco (per la conquista) del trono (di spade).
L'intreccio e' formidabile (fatto di intrighi, complotti, tradimenti, re pazzi, mercenari spinti solo dall'oro e nobili che cercano vendetta o onore) e mano a mano che la storia prosegue diventa sempre piu' intricato.
I punti di vista (attraverso i quali viene raccontata la storia) si moltiplicano e a volte i vari protagonisti si trovano a passare negli stessi posti rischiando quasi di incontrarsi....
I personaggi sono ben caratterizzati, ma la cosa che mi piace di piu' di Martin e' che la caratterizzazione non avviene attraverso una lunga descrizione, bensi' attraverso i dialoghi/pensieri dei protagonisti e questo consente al lettore di valutare le motivazioni che spingono il protagonista ad agire..... Altra cosa fondamentale e' che i personaggi non sono mai completamente bianchi/buoni o completamente neri/cattivi, ma assumono tonalita' di grigio ovvero mostrano la loro umanita' e la lora fallibilita'; prendono decisioni e agiscono secondo la loro coscenza, non sapendo se stanno facendo la cosa giusta e senza conoscere le conseguenze delle proprie azioni.
Per legare e coordinare tra loro i vari POV, Martin usa l'espediente dei corvi messaggeri (che sono usati per inviare notizie ai 4 angoli dei 7 regni) o le voci circolanti (spesso fatte circolare ad arte) tra il popolino, ma i personaggi sono a volte spinti ad agire da notizie infondate.
Il linguaggio di Martin e' molto diretto. Come dicevo prima, non si dilunga mai (o quasi) in lunghe descrizioni, preferisce far parlare i personaggi. Martin e' anche molto crudo. Sia nelle scene di guerra che in quelle di sesso. In definitiva scrive un "fantasy realistico" se mi passate il termine.
Un'altra caratteristica di Martin e' che nessuno dei suoi 3 libri scritti finora, ha una conclusione "netta" ovvero le vicende del primo libro proseguono nel secondo e poi nel terzo senza che ci sia la percezione di una interruzione. E' come assistere ad un "telenovela scritta".
Ultima cosa..... i colpi di scena...... sono assolutamente fantastici e imprevedibili.... ti lasciano senza parole e senza fiato.
Probabilmente si e' capito da quanto ho scritto che adoro Martin: non e' nemmeno lontanamente paragonabile con Jordan, ma non perche' sia piu' o meno bravo (non sto giudicando la bravura dei 2 che a mio parere sono dei top-writer), ma solo perche' ha inventato un nuovo modo di scrivere o forse ha inventato un nuovo genere (o sotto-genere) fantasy.
Semplicemente Martin e Jordan sono i migliori nei rispettivi generi (cosi' come probabilmente King e' il migliore nell'horror e Asimov nella fantascienza), pero' se ti piace il fantasy, per cosi' dire, "classico" potresti rimanere delusa da Martin.