Democratici sconfitti nel feudo dei Kennedy

Versione Completa   Stampa   Cerca   Utenti   Iscriviti     Condividi : FacebookTwitter
Malduin
00mercoledì 20 gennaio 2010 10:50
Questa è una sconfitta enorme. Soprattutto perché non è dovuta a scandali o pasticci fatti dai democratici locali (padroni indiscussi del Massachusetts), ma è una critica diretta alla politica di Obama.

I cittadini del Massachusetts non hanno nessuna voglia di finanziare con i loro soldi il "welfare" federale di Obama, che a loro non porterebbe quasi nessun vantaggio.
Pius Augustus
00mercoledì 20 gennaio 2010 13:48
gli ammeregani hanno ficcato in testa il loro odio per lo stato ed il welfare, alcuni che conosco semplicemente pensano che qualsiasi cosa chiamata "healthcare" voglia dire pagare gente che ozia tutta la vita con i soldi da loro guadagnati.
La loro cultura è anti-obamiana per definizione, se barack riuscisse davvero a combinare qualcosa sarebbe il più grande presidente dai tempi di roosevelt.
Riccardo.cuordileone
00mercoledì 20 gennaio 2010 16:06
Bè giustamente ognuno deve pensare ai propri interessi, i poveri sostengono il welfare e i ricchi no.
Queste due classi solitamente corrispondono anche alle etnie statunitensi ossia negri/ispanici(poveri) e bianchi(ricchi), in Massachusetts l'80% della popolazione è bianca e il reddito pro-capite dello stato è più alto della media nazionale, perciò ecco spiegato il risultato.
cointreau il possente
00mercoledì 20 gennaio 2010 22:28
Re:
Pius Augustus, 20/01/2010 13.48:

gli ammeregani hanno ficcato in testa il loro odio per lo stato ed il welfare, alcuni che conosco semplicemente pensano che qualsiasi cosa chiamata "healthcare" voglia dire pagare gente che ozia tutta la vita con i soldi da loro guadagnati.
La loro cultura è anti-obamiana per definizione, se barack riuscisse davvero a combinare qualcosa sarebbe il più grande presidente dai tempi di roosevelt.



quoto. un'americana che conosco, che per i parametri USa può essere considerata comunista (ovvero leftist radicale), pensa che Obama voglia portare il socialismo negli USA ed era sinceramente allarmata dalla prospettiva! Quando ce lo disse, ci sganasciammo...


Riccardo.cuordileone
00giovedì 21 gennaio 2010 08:45
Hi hi! [SM=x751525]

Comunque questa ideologia statunitense, per noi strana, è facilmente spiegabile col fatto che sono un ex colonia, ossia un'accozzaglia di popoli, spesso scarti delle società europee, dove il sentimento di coesione nazionale, il sostenersi l'un l'altro incodizionatamente, viene meno.

PS:(preciso che nazionalismo e colletivismo son due cose ben diverse)
DarkWalker
00giovedì 21 gennaio 2010 09:07
Re:
Riccardo.cuordileone, 21/01/2010 8.45:

Hi hi! [SM=x751525]

Comunque questa ideologia statunitense, per noi strana, è facilmente spiegabile col fatto che sono un ex colonia, ossia un'accozzaglia di popoli, spesso scarti delle società europee, dove il sentimento di coesione nazionale, il sostenersi l'un l'altro incodizionatamente, viene meno.

PS:(preciso che nazionalismo e colletivismo son due cose ben diverse)




eh ma la precisazione sembra fare a pugni con quello scritto prima...
Riccardo.cuordileone
00giovedì 21 gennaio 2010 12:04
Re:
DarkWalker, 21/01/2010 9.07:


eh ma la precisazione sembra fare a pugni con quello scritto prima...


Lo sapevo... hi hi... l'ho scritto apposta perchè sapevo che qualcuno mi avrebbe fatto sicuramente notare il nazionalismo degli yankees... però il loro nazionalismo è basato sull'orgoglio, sui pregi del loro stato ma non sull'unità popolare... non c'è una componente storica e unitaria come ad esempio nel fascismo italiano che aveva una marcata componente socialista, lo stesso vale per il nazismo tedesco ecc.


Pius Augustus
00giovedì 21 gennaio 2010 13:42
io credo che questa loro mentalità non derivi dall'essere una accozzaglia di popoli, bensì dall'essere sempre stati un paese di frontiera nato da una ribellione ad un governo centrale.
Il fatto che si espandessero continuamente rendeva importante l'iniziativa personale, mentre il fatto che il governo fosse mal visto ha fatto il resto.
Armilio1
00giovedì 21 gennaio 2010 18:17
Comunque la sconfitta in Massa...quello lì, è dovuta anche al carisma del giovane candidato repubblicano, mentre quello democratico manco s'è preoccupato di fare la campagna elettorale gli ultimi giorni prima del voto, tanto era sicuro di vincere.
DarkWalker
00venerdì 22 gennaio 2010 19:43
io invec epnso derivi da una cncezione del potere dello stato come qualcosa da limitare il più possibile, del resto la loro cultura si basa su protestantesimo, habeas corpus e illuminismo. Hanno quindi una matrice individualistica e un senso di collettività che non comprende la comunanza di sangue/cultura/che altro. Il che secondo me è assai meglio.
cointreau il possente
00domenica 24 gennaio 2010 16:50
io e Laura (l'americana) pensiamo - concordando con dark e pius ma venendo al succo - che il "problema" degli americani nel capire un cambiamento di tale portata derivi contestualmente alla frontiera, all'individualismo e alla lotta al potere centrale, dal fatto che gli USA sono un paese profondamente e intimamente capitalista, lo sono sempre stati fin dai loro albori, e che quest'attitudine sia stata rafforzata dalle politiche degli ultimi 30 anni. E il succo è "aiutati che dio t'aiuta", "se hai successo è perchè Dio lo vuole", "se ti impegni e hai le capacità puoi farcela da solo contro tutti". L'american dream, l'unico senza di comunanza che unisce gli USA assieme al pregiudizo sulla lora unicità, primazia e destino manifesto (quest'ultimo molto meno, ultimamente). Gli statutinetensi non hanno conoscenza delle lotte sociali che ci furono nel loro paese nella seconda metà del '800 e inizio '900 (mi ricordo le parole dello scrittore Valerio Evangelisti, che invece per una serie di romanzi si documntò molto sul periodo), leggono la loro storia interna SEMPRE sotto la matrice razziale e MAI sotto quella sociale.
Per la loro mentalità, un sistema sanitario pubblico dove tutti pagano per un servizio universale che useranno inizialmente soltanto i meno abbienti è veramente qualcosa di alieno. Anche per i meno abbienti, probabilmente, che non ci stanno a passare per quelli che vengono aiutati dopo 40 anni che i rep spargono merda sui fannulloni e gli incapaci aiutati da iniziative sociali di sostegno (a volte non a torto, perchè anche quelle sono fatte su base "razziale"). In sostanza, negli USA manca completamente una "griglia di lettura" della realtà basata su istanze di equità sociale (non di equità dei diritti, invece) che noi europei portiamo nei nostri "geni" avendo dato vita al socialismo, al comunismo, al sindacalismo e a tutte le loro varianti.
Armilio1
00domenica 24 gennaio 2010 19:33
Sì, però non esageriamo: Obama ha fatto, durante la campagna elettorale, della riforma sanitaria un suo punto fermo del programma di governo. Se agli americani non piaceva così tanto, non lo avrebbero votato. Diciamo che ci sono forti divergenze che in Europa non ci sarebbero, ma la riforma ha comunque una sua grossa base di consenso.
cointreau il possente
00domenica 24 gennaio 2010 20:20
in quell'occasione temo che gli americani abbiano più abboccato all'immagine di nuovo e le promesse di ripresa e cambiamento che dava obama che al suo programma. I rep sono stati bravissimi a resuscitare le fobie socialiste sepolte nel corpo USA, e non c'è voluto loro nemmeno molto. anche a fronte del perdurare della crisi: riforma si, ripresa no...sicuamente con la ripresa l'ostilità sarebbe stata minore :)
Caio Logero
00domenica 31 gennaio 2010 23:54
Re:
cointreau il possente, 24/01/2010 16.50:

io e Laura (l'americana) pensiamo - concordando con dark e pius ma venendo al succo - che il "problema" degli americani nel capire un cambiamento di tale portata derivi contestualmente alla frontiera, all'individualismo e alla lotta al potere centrale, dal fatto che gli USA sono un paese profondamente e intimamente capitalista, lo sono sempre stati fin dai loro albori, e che quest'attitudine sia stata rafforzata dalle politiche degli ultimi 30 anni. E il succo è "aiutati che dio t'aiuta", "se hai successo è perchè Dio lo vuole", "se ti impegni e hai le capacità puoi farcela da solo contro tutti". L'american dream, l'unico senza di comunanza che unisce gli USA assieme al pregiudizo sulla lora unicità, primazia e destino manifesto (quest'ultimo molto meno, ultimamente). Gli statutinetensi non hanno conoscenza delle lotte sociali che ci furono nel loro paese nella seconda metà del '800 e inizio '900 (mi ricordo le parole dello scrittore Valerio Evangelisti, che invece per una serie di romanzi si documntò molto sul periodo), leggono la loro storia interna SEMPRE sotto la matrice razziale e MAI sotto quella sociale.
Per la loro mentalità, un sistema sanitario pubblico dove tutti pagano per un servizio universale che useranno inizialmente soltanto i meno abbienti è veramente qualcosa di alieno. Anche per i meno abbienti, probabilmente, che non ci stanno a passare per quelli che vengono aiutati dopo 40 anni che i rep spargono merda sui fannulloni e gli incapaci aiutati da iniziative sociali di sostegno (a volte non a torto, perchè anche quelle sono fatte su base "razziale"). In sostanza, negli USA manca completamente una "griglia di lettura" della realtà basata su istanze di equità sociale (non di equità dei diritti, invece) che noi europei portiamo nei nostri "geni" avendo dato vita al socialismo, al comunismo, al sindacalismo e a tutte le loro varianti.



Sono perfettamente d'accordo.

1) La loro concenzione socio-politica deriva dalla mentalità che più capitalista, che direi sia una conseguenza, sia dovuta ad una sorta di individualismo-protestante, che ha fatto sì che ogni individuo deve farsì da sé, dimostrando di essere riuscito nella vita perché ha dimostrato che era degno di esserlo.

2) La lettura in chiave razziale ha fatto sì che mancasse una sollecita ed uguale lettura in chiave sociale, dove le divisioni sono nette e pesanti;
Malduin
00lunedì 1 febbraio 2010 23:24
Mentre ero a Chicago, i mesi scorsi, sono stato letteralmente sepolto vivo dai volantini con la faccia di Obama con i baffetti alla Hitler.

La lettura in "chiave razziale" descrive abbastanza bene la situazione negli USA. Alla fine sono un paese di immigrati. Immigrati che si sono sempre riuniti per "origine" formando blocchi in questo modo. E' naturale che vedano la realtà in questo modo.

Poi, da quel che ho capito, le (timide) politiche sociali anni '70 sono generalmente considerate un epico fallimento.

Dall'altra parte bisogna tenere presente anche un altra cosa. Da noi i media ogni 10 minuti sottolineano le diseguaglianze sociali degli usa e quant'altro. Però negli USA di fatto i cittadini (non tutti, ma davvero tanti) vivono bene e sono contenti di quello che hanno. Se tu dici ad un americano che il loro sistema sanitario fa schifo, quello non ci crede. Anzi ribatte dicendo che è il migliore al mondo, dove non attendi 6 mesi per i trapianti, e che la gente va a curarsi negli USA.
Questa è la versione 'lo-fi' del Forum Per visualizzare la versione completa clicca qui
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:06.
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com