Spero solo non sia una giustificazione, e non voglio pensarlo, ma è sbagliato partire dal principio
"o tutto o niente". Certo che se si vuole essere coerenti al 100% si dovrebbe mangiare solo cibo proveniente da agricolture biologiche o che non implichi metodi crudeli sugli animali.
(Piccola parentesi: e non solo sugli animali, ma anche sull'uomo, dato che gli animali allevati per le nostre carni latticini e uova, vengono nutriti grazie alla produzione cerealicola provieniente dai suoli sfruttati dei paesi poveri - il 40% della produzione mondiale di cereali è destinata a noi ricchi occidentali - terreni ad uso delle multinazionali che servono per assicurarci la possibilità di banchettare ogni giorno, mentre originariamente sarebbero destinati al mercato locale "
la carne dei ricchi che mangia il pane dei poveri". E il discorso non vale solo per i prodotti animali, ma è esteso a molti prodotti di origine vegetale, dalla frutta agli ortaggi fino al cioccolato e al cotone.)
Chiudendo questa parentesi, traggo alcune conclusioni confrontando questo modello di sviluppo (chiamarlo sviluppo!) con le nostre abitudini di consumatori e più in generale con il modello di vita "occidentale" (espressione usata e abusata, ma che non rimane un concetto astratto, per comprenderla mi basta osservare comportamenti e abitudini mie e degli altri).
1
Smettere di consumare in questo modo è possibile. Credere il contrario forse non è una colpa, considerando da cosa deriva questa convinzione: l'assuefazione prodotta da questo modello e stile di vita, che in un modo o nell'altro, chi più chi meno, riguarda tutti. Smettere di consumare in questo modo non solo è possibile, ma sarebbe una delle soluzioni alle nostre frequenti lamentele, ai nostri sguardi pessimistici alla realtà. "Il mondo fa schifo", ma noi possiamo renderlo meno schifoso. Basta volerlo, e non è retorica. Se non lo facciamo forse non lo vogliamo veramente.
2 Facciamo anche finta di non poter assolutamente cambiare così radicalmente le nostre abitudini alimentari. Facciamo finta che alcune cose, dal cibo al vestiario, ai consumi energetici siano necessari. Ma cristo dio, rinunciare a due uova è proprio impossibile? E' una tragedia? No, non è nè impossibile nè una tragedia. E' un passo, non importa quanto lungo, ma comunque sulla strada del cambiamento.
La mentalità del "tutto o niente" (che continuo a sforzarmi di pensare non sia una giustificazione) è venuta fuori dalle risposte in questa discussione. Ho postato un articolo dove semplicemente vengono evidenziate le condizioni d'allevamento del pollame, ho pensato che qualcuno spinto da certe considerazioni, potesse scegliere di modificare alcune abitudini alimentari. Sarebbe già tanto smettere di consumare le uova prodotte (fabbricate, come ha detto davide) industrialmente. Mentre in alcune risposte ritrovo prospettive primitivistiche, in cui trogloditi vanno in giro con la clava a magiare foglie e bacche.
"Ritornando in tema, gli allevamenti-lager vanno oltre il sostentamento, sono l'emblema del capitalismo brutale e senza scrupoli, ma non sono certo che l'astenersi dal mangiare prodotti animali sia l'unico espediente per eliminare questi abomini."
Credo che muwa abbia colto a pieno il senso della discussione e del problema. Nessuno sta dicendo che smettendo di mangiare uova o prodotti animali si realizzerebbe il paradiso in terra. E nemmeno che se non lo si fa si è degli emeriti assassini o robe simili. Ma è da veri coglioni -scusate- il ragionamento "
se non mangi le uova non devi fare neanche questo e questo e quello". (A parte che come ho già spiegato se non lo facciamo non è perchè non possiamo, ma perchè non vogliamo; il problema è qui capire quali sono e come superare questi limiti, del tutto immateriali.) Ma il punto non è questo. Ragionando così non andiamo da nessuna parte. Nessuno ci chiede di diventare puri e perfetti. La questione è che se ci teniamo veramente al bene comune, alla vita delle altre persone (che non hanno le nostre libertà di scelta!!) che popolano questo pianeta (di oggi e di domani), all'intero ecosistema (di oggi e di domani), e a noi stessi (l'ho messo per ultimo perchè qualcuno potrebbe obiettare che personalmente questo stato di cose va benissimo... ma qui ci spostiamo su altre questioni morali) dobbiamo assolutamente cambiare, dirigere in senso opposto i nostri consumi. Chi in un modo e chi in un altro. Chi in una certa misura e chi in un'altra.
In qualsiasi modo vogliate. L'affermazione "tanto il mondo non cambierà mai" è vera fintanto che non non ci adoperiamo per migliorarlo. E "
tanto da soli non si cambia niente" non ha senso, se poi magari è la stessa gente che va a votare a dirlo, dato che anche lì il discorso è lo stesso: un voto singolo non fa niente, ma tanti messi assieme decidono le sorti di un paese. Nella realtà post-moderna, dove gli stati sono solo strumenti al servizio di un potere più grande, forte ed esteso, che è dappertutto e da nessuna parte, invisibile ma sembre ben percepibile -quello transnazionale (incarnato dalle grandi corporation)- lo stesso potere che attraverso la comunicazione regola e produce la nostra vita, le nostre relazioni sociali, il nostro immaginario, l'operazione di consumo assume un ruolo più importante ed efficace del voto, è lo strumento che ci permette di decidere davvero sulla nostra vita e su quella delle altre persone. Non condanno il poveraccio ignorante che magari di questi argomenti non ha mai nemmeno sentito parlare e non riuscirebbe a coglierne il senso. Critico invece, citando un compianto cantautore (e libero pensatore)
"voi che avevate voci potenti, lingue allenate a battere il tamburo, voi avevate voci potenti adatte per il vaffanculo."
[Modificato da !fuffa! 08/01/2007 14.34]