Arvedui
00martedì 16 novembre 2010 19:27
Fazio, Saviano e la par condicio nel talk show
E’ bizzarro pensare che Casini e Masi la pensino allo stesso modo. Meno bizzarro è invece che, come spesso capita, sbaglino.
Il direttore generale della Rai, citando tre circolari e regolamenti che non c’entravano niente, pretendeva che si invitassero tutti i politici, visto che se ne progettava di invitarne due durante Vieni Via Con Me. Masi ha una bizzarra concezione della par condicio: non si è mai allarmato quando l’autorità certificava che il suo Tg1 non la seguiva, la vuole rispettata adesso in un programma televisivo che non è giornalistico, anche se ha un taglio molto vicino.
Casini invece pretendeva l’applicazione della par condicio allo spazio che Fazio e Saviano avevano riservato all’eutanasia. “Invitate anche chi vuole vivere!”, gridava ieri sera durante Otto e Mezzo su La7. Anche questa è una richiesta assurda: se il programma intende parlare di eutanasia, che motivo c’è di invitare, come diceva Tempi e chiosava Casini, Mario Melazzini, presidente dell’Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) e malato di Sla? Nessuno discute il diritto alla vita di chi vuole continuare la propria esistenza in qualunque condizione fisica si trovi: è una libera scelta. Non si discuteva di questo diritto, che c’è e deve essere tutelato, ma del diritto opposto, quello a non volerla vivere, quell’esistenza.
La Chiesa la pensa diversamente dai casi Welby ed Englaro, e il suo diritto a pensarla diversamnte è rispettato. E’ quell’altro che non lo è in alcun modo, dal legislatore. La par condicio dei diritti di cui parlare durante i programmi televisiva non si è mai sentita prima della pretesa di Casini, quella alla comparsata dei politici durante gli stessi programmi prima delle intuizioni di Masi. D’altronde, come si dice per i carabinieri (e qualcos’altro), quelli come loro vanno sempre in coppia.