[Elezioni] Il TAR del Lazio boccia ancora il PdL a Roma ma riammette i Liberal Sgarbi

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-Giona-
00giovedì 18 marzo 2010 09:37

Internidi Giovanni Percolla
Regionali, nel Lazio il voto potrebbe slittare
pubblicato il 18 marzo 2010 alle 08:58 dallo stesso autore - torna alla home
Ieri il Tar ha respinto l’ennesimo ricorso del PdL, ma ha riammesso la Lista Sgarbi, precedentemente esclusa. Adesso il Consiglio dei Ministri deve decidere: potrebbe rimandare le elezioni

“Il Tar del Lazio ha riammesso Rete Liberal-Sgarbi sia nella Provincia di Roma sia in quella di Latina. La lista sarà dunque presente in tutte le province del Lazio nella prossima competizione elettorale regionale“. Lo ha reso noto Riccardo Lucarelli, presidente di Rete Liberal-Sgarbi, e la notizia passerebbe quasi inosservata di fronte all’ennesimo no, arrivato ieri alla lista del PdL.
RISCHIO RINVIO? – E invece la Lista Sgarbi, che sostiene Renata Polverini, potrebbe giocare un ruolo determinante nella partita politica che si gioca nel Lazio, dove la candidata del centrodestra è sotto nei sondaggi, mentre la candidata del centrosinistra Emma Bonino veleggia con 4-5 punti percentuali in più. Perché oggi i legali di Sgarbi si presenteranno in prefettura per chiedere il rinvio delle elezioni, visto che a causa delle beghe legali non hanno potuto fare campagna elettorale. La decisione spetterà al Consiglio dei Ministri, ma il portavoce della Lista Sgarbi Roberto Amiconi ha dichiarato ieri che “Abbiamo parlato con la Polverini e pare interessata. Anche Berlusconi sarebbe d’accordo visto che i sondaggi danno in vantaggio la Bonino“. Se il CdM decidesse davvero il rinvio di 15 giorni o un mese delle elezioni, ci sarebbe più tempo per la campagna elettorale del centrodestra, anche se questo non influirebbe nelle decisioni riguardanti la lista del PdL.
IL SETTIMO NO AL PDL – Intanto è arrivato il settimo no, dopo i due dell’Ufficio elettorale, i due della Corte d’Appello, quello del Tar del Lazio e quello del Consiglio di Stato, alla lista del PdL. Ieri i giudici amministrativi si sono espressi sulla richiesta di sospensiva da parte del Pdl sul secondo ‘no’ della Corte d’appello di Roma all’ammissione della sua lista provinciale per le elezioni regionali di fine marzo. Il provvedimento negativo fu emesso il 12 marzo scorso, dopo la riproposizione della richiesta di ammissione della lista sulla base dell’approvazione, il 5 marzo, del Dl cosiddetto ’salva-listè. Contro il nuovo stop del Tar, il Pdl ricorrerà al Consiglio di Stato. I giudici del Tar hanno ribadito: il dl salvaliste non può essere applicato al caso della lista Pdl Roma perchè non può insistere «su una materia disciplinata da legge regionale». Inoltre hanno rilevato che gli unici elementi incontestabili sono la presenza di un delegato entro l’orario previsto per la presentazione della lista e di una scatola. Dunque non di due delegati e dell’intera documentazione.
LA CONSULTA - Domani intanto è atteso il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del Dl Salva-liste. A ricorrere alla Consulta era stata la Regione Lazio che ha chiesto di sospendere il decreto per conflitto di competenza, intervenendo il dl in una materia regolata dalla legge elettorale regionale. Il collegio giudicante della II sezione bis del Tar del Lazio oggi era in composizione diversa da quella che già si era espressa sulla lista: due dei tre componenti la sezione del Tar sono stati cambiati rispetto ai giudici che già l’8 marzo si sono occupati della vicenda, respingendo la richiesta del partito di riammissione della lista (richiesta poi riproposta ai sensi del Dl ’salva-listè emanato il 5 marzo). Cambiamento che ha interessato soprattutto il ‘giudice relatorè: non più Mariangela Caminiti, bensì Francesco Arzillo. I legali del partito del premier, gli avvocati Luigi Medugno, Ignazio Abrignani (che è anche il responsabile elettorale nazionale Pdl), Filippo ed Enrico Lubrano ed Elisabetta Rampelli, avevano depositato anche alcune fotografie che dimostrerebbero l’esistenza all’interno del tribunale già il 27 febbraio (data di scadenza dei termini per la presentazione, prima della riapertura degli stessi ai sensi del dl) di tutta la documentazione richiesta per la presentazione della lista. Documentazione che, per due volte, gli Uffici elettorali del Tribunale e della Corte d’appello, hanno considerato incompleta, decretandone l’esclusione. Le foto in questione sono ‘fermi immaginE’ estratti da un video comparso su Youtube. E proprio sulla questione dell’esclusione della lista del Pdl di Roma dalla competizione elettorale è intervenuto ieri il sindaco Gianni Alemanno che dal suo blog e dalla sua pagina Facebook ha lanciato un appello a votare per la candidata del centrodestra Renata Polverini e far »convergere« i voti sulla sua lista. “È impensabile - osserva il sindaco nell’appello elettorale- che una lista come il Pdl non partecipi alle elezioni e dopo questo evento dobbiamo moltiplicare la mobilitazione“.
LA CENA DI SILVIO - Intanto ieri sera Berlusconi, nel corso di una cena con i deputati del Pdl, ha affrontato diversi temi di stretta attualità politica. Poco dopo aver omaggiato le deputate con una croce d’argento impreziosita da un brillante, il capo del governo ha pronunciato un intervento piuttosto articolato. Subito dopo le regionali ed entro la fine della legislatura, ha detto, faremo una «rivoluzione liberale» che consiste nel riformare il Paese: Berlusconi ha citato la riforma della giustizia (a cominciare da quella delle intercettazioni), la riforma istituzionale (ivi compreso il premierato con l’elezione diretta del capo del governo) e quella fiscale, da completare entro il termine del mandato. Il Cavaliere ha quindi affrontato l’inchiesta pugliese sulle presunte pressioni sulla Rai attraverso un commissario dell’Agcom. Prima ha difeso il suo diritto a denunciare quella che ha definito la «faziosità denigratoria» di una trasmissione come Annozero, rivendicando il diritto di parlare con i commissari dell’Autorità per le comunicazioni messi lì dalla maggioranza. Ha quindi ribadito che le accuse dei pm sono «risibili» perchè ciò che ha detto al telefono lo ha detto anche pubblicamente. Ma soprattutto ha auspicato una «punizione esemplare» per quelle che ha definito «talpe» e cioè gli autori della fuga di notizie che ha consentito la pubblicazione delle intercettazioni sui quotidiani.
CACCIA ALLA TALPA – Una vicenda «vergognosa» secondo il premier, che però stavolta «finalmente» vedrà scoperti i responsabili. A suo giudizio infatti, ad avere le carte poi diffuse ai giornali, erano poche persone: o i magistrati che indagavano o i finanzieri che intercettavano. In ogni caso, è sua opinione che l’inchiesta si tramuti in un boomerang anche da un punto di vista elettorale. Il leader della maggioranza ha infatti sostenuto che il Pdl, dopo aver perso consensi anche a causa del pasticcio sulle liste, è in ripresa: adesso si attesterebbe intorno al 38,9% con una crescita solo negli ultimi giorni di quasi un punto percentuale. Anche il suo gradimento personale, almeno stando ai sondaggi che ha sul tavolo, sarebbe cresciuto. Dopo aver riconosciuto ed elogiato il lavoro dei tre coordinatori del Pdl, Berlusconi ha auspicato unità nel partito. La ricchezza di idee, ha ragionato, è un bene, ma quando questa ricchezza si trasforma in eccessive dichiarazioni e distinguo può diventare una malattia. Parole che qualcuno ha interpretato come un indiretto riferimento a Gianfranco Fini. Nel corso del suo intervento Berlusconi ha anche ribadito quanto più volte detto in passato e che cioè la sovranità rischia sempre più di essere nelle mani dei giudici: qualsiasi provvedimento del governo, ha argomentato, passa al vaglio o del presidente della Repubblica o della Corte costituzionale. Quest’ultima, ha aggiunto, nella maggior parte dei casi è influenzata da Magistratura democratica e alla fine cede alle pressioni di questa corrente di sinistra per boicottare le decisioni del governo.
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